L’UE accusata di mancanza di imparzialità
Jorge Rodriguez, responsabile della campagna elettorale di Nicolas Maduro e presidente del Parlamento venezuelano, ha accusato l’Unione Europea di mancanza di imparzialità in merito alla sua partecipazione alle elezioni presidenziali del 28 luglio. Secondo Rodriguez, l’UE avrebbe potuto partecipare alle elezioni come osservatore elettorale a condizione di non essere schierata politicamente.
Rodriguez ha sottolineato che l’UE mantiene le sanzioni sui vertici del governo venezuelano, incluso il candidato Maduro, e sul direttorio elettorale, rendendo impossibile, a suo dire, considerare imparziale un organismo che mantiene tali sanzioni.
Il rifiuto dell’UE motivato dalla legge venezuelana
Secondo Rodriguez, il Venezuela avrebbe invitato solo osservatori elettorali che garantiscono il principio di imparzialità, in conformità con la legge venezuelana. L’UE, non avendo revocato le sanzioni contro il Venezuela, non avrebbe rispettato questo principio, rendendo la sua partecipazione alle elezioni come osservatore elettorale inaccettabile.
Rodriguez ha affermato che la partecipazione dell’UE sarebbe stata una violazione della legge venezuelana, in quanto non avrebbe rispettato il requisito di imparzialità degli osservatori elettorali.
Considerazioni sulle accuse di Rodriguez
Le dichiarazioni di Rodriguez sollevano interrogativi sulla reale imparzialità degli osservatori elettorali in un contesto politico così polarizzato. È comprensibile che un governo possa desiderare osservatori neutrali, ma è importante considerare anche il ruolo delle sanzioni e la loro potenziale influenza sulle dinamiche politiche interne. È difficile stabilire con certezza se l’UE avrebbe potuto garantire una piena imparzialità in presenza di sanzioni, ma è fondamentale che gli osservatori elettorali mantengano un comportamento etico e professionale, indipendentemente dalle pressioni politiche.