Maduro accusa l’opposizione e invoca il voto contro il “fascismo”
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro, candidato alle presidenziali del 28 luglio, ha tenuto un comizio elettorale a Valencia, nello stato di Carabobo, durante il quale ha lanciato un attacco frontale contro l’opposizione, definendola "fascista" e accusandola di voler portare il Venezuela sulla strada dell’Argentina guidata da Javier Milei.
Maduro ha ricordato le "violenze" e la "sofferenza" inflitte al paese dall’opposizione, accusandola di avere solo "ambizioni e interessi" e di essere responsabile delle sanzioni imposte al Venezuela. "Chi ha chiesto le sanzioni contro il Venezuela? I soliti impostori", ha affermato.
L’Argentina di Milei come monito negativo
Il presidente ha poi utilizzato l’Argentina guidata da Milei come esempio negativo, affermando: "Volete che qui accada come in Argentina, dove hanno licenziato più di 3 milioni di genitori e li hanno lasciati senza lavoro? Volete che il fascismo privatizzi l’istruzione pubblica, il diritto alla salute, alla casa e metta fine alle grandi missioni?"
Maduro ha concluso il suo discorso con un appello alla popolazione, invitandola a respingere l’opposizione con "tutta la nostra forza patriottica": "Non torneranno!".
Le strategie politiche di Maduro
Le parole di Maduro si inseriscono in una strategia politica volta a mobilitare il proprio elettorato e a demonizzare l’opposizione, utilizzando l’immagine di un’Argentina in difficoltà sotto la guida di Milei come deterrente per gli elettori venezuelani. L’utilizzo di un termine come “fascismo” è probabilmente una strategia per evocare paure e associare l’opposizione a un passato storico negativo, cercando di screditarla agli occhi della popolazione.