Regioni bocciano il decreto: mancano i soldi
Le Regioni italiane hanno espresso la loro contrarietà al decreto sulle liste d’attesa in sanità, evidenziando la mancanza di risorse finanziarie per attuare le misure previste. Secondo le Regioni, il decreto non prevede stanziamenti sufficienti per permettere visite e accertamenti, rendendo di fatto impossibile la sua applicazione.
Scontro tra Lega e Fratelli d’Italia sull’articolo 2
L’articolo 2 del decreto, che centralizza la gestione delle liste d’attesa, è al centro di una disputa tra Lega e Fratelli d’Italia. La Lega, con la legge Calderoli, punta a un’autonomia regionale, mentre Fratelli d’Italia sembra voler centralizzare le decisioni, anche in ambito sanitario.
Pd definisce il decreto “bluff” e propaganda
Il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd, ha definito il decreto un “ennesimo provvedimento propaganda”, un bluff di una maggioranza spaccata e incapace di affrontare i problemi reali. Secondo Boccia, il decreto è stato presentato come la soluzione ai problemi dei cittadini, ma in realtà non contiene misure concrete e finanziamenti adeguati.
Il servizio sanitario nazionale sottofinanziato
Boccia ha anche sottolineato che il servizio sanitario nazionale è sottofinanziato rispetto alla media europea, mettendo in difficoltà anche le Regioni considerate eccellenti. Per abbattere le liste d’attesa, secondo il senatore, sarebbero necessarie risorse finanziarie e umane aggiuntive che il decreto non stanzia.
Il Pd insiste sulla proposta di legge sulla sanità
Il Pd ha ribadito la sua intenzione di insistere sulla richiesta di voto del disegno di legge sulla sanità proposto da Elly Schlein, che è stato presentato come emendamento al decreto.
Un decreto senza concretezza?
Il decreto sulle liste d’attesa sembra essere un’iniziativa politica più che un provvedimento concreto. La mancanza di finanziamenti e le tensioni interne alla maggioranza di governo suggeriscono che l’attuazione del decreto potrebbe essere problematica. La centralizzazione della gestione delle liste d’attesa, inoltre, potrebbe generare conflitti con le Regioni, che hanno competenze in materia di sanità.