Dubbi sulla durata della controffensiva ucraina
Secondo Stefania Battistini, inviata del Tg1 e autrice del libro “Una guerra ingiusta – Racconti e immagini dell’Ucraina sotto le bombe”, la controffensiva ucraina potrebbe non avere lo stesso successo sperato un anno e mezzo fa. La giornalista ha espresso dubbi sulla possibilità di un altro anno di guerra, sottolineando la superiorità numerica dell’esercito russo e le diverse strategie militari tra i due Paesi.
“L’esercito russo ha la superiorità numerica e da parte degli ucraini c’è un’attenzione alla persona che è diversa da quella della Russia”, ha dichiarato Battistini durante un incontro al festival “Libro Possibile” a Polignano a Mare.
Le pesanti perdite dell’esercito russo
Battistini ha rivelato che il Cremlino ha arruolato carcerati per combattere contro gli ucraini, con un bilancio di perdite altissimo: “Sapete che il Cremlino ha liberato i carcerati e li ha mandati a combattere contro gli ucraini e l’88% di questi carcerati è morto”, ha affermato. La giornalista ha descritto una strategia militare spietata da parte russa, che ricorda la prima guerra mondiale: “Mandano migliaia di persone senza copertura aerea o dell’artiglieria, come i fanti, proprio come nella prima guerra mondiale. Chi vive vive, chi muore muore. Non recuperano i cadaveri perché facendo parte dell’esercito dovrebbero risarcire i famigliari e poi questo consente loro anche di dire che ci sono meno perdite di quelle reali”.
Il territorio ucraino sotto occupazione russa
Secondo Battistini, l’Ucraina non controlla più il 20% del suo territorio, che è sotto occupazione russa. Sebbene l’Ucraina abbia liberato la regione di Kharkiv, le regioni meridionali di Kherson e Zaporizhzhia, davanti alla Crimea, restano sotto il controllo russo. La giornalista ha sottolineato la difficoltà per gli ucraini di accettare questa situazione, soprattutto per la presenza della centrale nucleare di Zaporizhzhia e il controllo russo sul mare.
“Questo credo che sia difficile da accettare per gli ucraini anche per la loro sopravvivenza. Perché lì c’è la centrale nucleare, c’è il controllo del mare da quella parte. E ci sarà sempre il timore che prendano anche Odessa. Credo che questo sia difficile da accettare”, ha dichiarato Battistini.
La censura sull’informazione in Russia
La giornalista ha poi affrontato il tema della censura sull’informazione in Russia, evidenziando come anche la libertà di stampa in Occidente sia in qualche modo limitata da meccanismi economici e di potere. Tuttavia, ha sottolineato la differenza fondamentale tra la libertà di stampa in Occidente e in Russia.
“Anche la nostra libertà di stampa è in qualche modo lesa per meccanismi che riguardano l’economia e il potere. Non sempre i giornalisti sono coraggiosi fino in fondo, ma tutto sommato noi le cose possiamo dirle, se vogliamo. Io non ricordo una sola volta in cui avendo deciso di dire qualcosa anche su temi scomodi, come il ponte Morandi o il Covid, poi non abbia potuto farlo”, ha spiegato Battistini.
La giornalista ha poi confrontato la situazione con la Russia, dove la libertà di stampa è fortemente limitata e dove giornalisti critici nei confronti del regime, come Anna Politkovskaja, sono stati assassinati. “Finché la guerra non li tocca in prima persona”, ha concluso Battistini, “le persone fanno fatica a guardare la realtà”.
Riflessioni sulla guerra e sulla libertà di stampa
Le parole di Stefania Battistini offrono uno spaccato preoccupante sulla situazione in Ucraina, evidenziando la complessità del conflitto e le sfide che attendono il Paese. La superiorità numerica russa e le tattiche spietate dell’esercito di Mosca, unite alla censura pervasiva in Russia, gettano un’ombra cupa sul futuro del conflitto. La libertà di stampa, seppur limitata anche in Occidente, rappresenta un pilastro fondamentale per una società democratica, come sottolineato dalla giornalista, e la sua assenza in Russia limita la possibilità di accesso a informazioni veritiere e di un dibattito pubblico libero.