La morte di Dvontaye Mitchell
Dvontaye Mitchell, un afroamericano di 43 anni con problemi mentali, è morto per asfissia a Milwaukee, in Wisconsin, dopo essere stato immobilizzato da quattro agenti di sicurezza privata di un hotel di lusso. L’uomo è stato schiacciato al suolo per diversi minuti con le ginocchia sul collo, in una scena che ricorda in modo inquietante l’uccisione di George Floyd, avvenuta a Minneapolis nel maggio 2020.
L’episodio si è verificato nei giorni scorsi davanti alla hall dell’Hyatt Regency, nel centro della città che ospiterà la Convention repubblicana dal 15 al 18 luglio. La storia è stata rilanciata sui media americani dopo la diffusione di un video dell’aggressione, che mostra la violenza delle guardie giurate sul corpo di Mitchell mentre implorava aiuto.
Le immagini crude dell’aggressione
Il video, che mostra immagini molto crude, documenta la violenza delle guardie giurate nei confronti di Mitchell. Si vede chiaramente come le guardie premano con le ginocchia sul collo di Mitchell, immobilizzandolo a terra per diversi minuti. L’uomo si vede chiaramente in difficoltà, implorando aiuto, mentre le guardie sembrano ignorare le sue richieste.
L’avvocato della famiglia
La famiglia di Mitchell ha incaricato come legale Ben Crump, un noto avvocato specializzato nelle cause a difesa dei diritti civili, lo stesso che rappresentò la famiglia di George Floyd. La scelta di Crump come legale conferma la gravità della vicenda e la volontà della famiglia di ottenere giustizia per la morte di Mitchell.
Un’altra tragedia che riaccende il dibattito sul razzismo
La morte di Dvontaye Mitchell, avvenuta in circostanze simili a quelle che hanno portato alla morte di George Floyd, riaccende il dibattito sul razzismo e sulla violenza della polizia negli Stati Uniti. La diffusione del video dell’aggressione ha suscitato sdegno e indignazione, sollevando nuovamente la questione della brutalità delle forze dell’ordine e del trattamento riservato alle persone di colore.