Autopsia conferma annegamento
L’autopsia sul corpo di Claudio Togni, operaio di 59 anni deceduto lo scorso 28 giugno a Trezzo sull’Adda dopo essere precipitato nel fiume durante il lavoro, ha confermato che la causa della morte è stata l’annegamento. L’uomo, secondo un primo esame medico, sarebbe morto annegato.
Indagini sulla caduta nonostante i dispositivi di sicurezza
Il corpo di Togni è stato recuperato dai vigili del fuoco dopo 9 giorni di ricerche. I soccorritori hanno ritrovato sul corpo dell’uomo i moschettoni e l’imbracatura che stava utilizzando al momento dell’incidente, dispositivi che sono stati sequestrati dalla Procura. Le indagini si concentrano ora sul chiarire come l’operaio sia precipitato nel vuoto nonostante indossasse i dispositivi di sicurezza.
Indagini in corso e iscrizioni nel registro degli indagati
La Procura di Milano, guidata dal pm Valentina Mondovì e dall’aggiunto Tiziana Siciliano, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. In queste ore, uno o più responsabili della società per la quale Togni stava lavorando saranno iscritti nel registro degli indagati, un passaggio necessario per poter procedere con tutti gli accertamenti del caso.
Sicurezza sul lavoro e responsabilità
La tragica morte di Claudio Togni solleva ancora una volta il tema della sicurezza sul lavoro. La circostanza che l’operaio indossasse i dispositivi di sicurezza al momento della caduta pone interrogativi sulla loro effettiva efficacia o su eventuali errori nella loro applicazione. Sarà compito delle indagini stabilire le responsabilità e chiarire se vi siano state delle omissioni o delle negligenze da parte dei datori di lavoro.