Un settore in crescita grazie al Tax credit
Il settore dell’animazione in Italia ha registrato un volume di produzione di 126 milioni di euro nel triennio 2021-2023, un dato sostanzialmente stabile rispetto al triennio precedente (123 milioni di euro). Il settore conta 60 aziende e 6.000 dipendenti, come illustrato durante gli Stati generali dell’animazione organizzati a Firenze da Cartoon Italia, Anica e Asifa Italia.
Secondo Maria Carolina Terzi, presidente di Cartoon Italia, il quadro del settore è molto migliorato rispetto al 2016 grazie all’utilizzo del Tax credit. “L’utilizzo del Tax credit ha fatto capire che i soldi investiti dallo Stato ritornano con migliaia di posti di lavoro e un incremento di fatturato notevole“, ha spiegato Terzi, aggiungendo che un euro di Tax credit investito nella produzione di cartoni animati genera 7,14 euro di fatturato alle società.
Le sfide del settore: l’assenza di obbligo della sottoquota
Nonostante la crescita, il settore dell’animazione italiana si confronta con alcune sfide. Tra queste, secondo Terzi, c’è l’assenza di obbligo della sottoquota da parte delle piattaforme private, che causa un ritardo nell’evoluzione dei prodotti. “Abbiamo un unico broadcaster (la Rai) che non finiremo mai di ringraziare perché da sola sostiene le serie di animazione per bambini che le nostre aziende producono ma c’è una grandissima mancanza su lungometraggi e serie di animazione per bambini di 7 anni. Manca un volano dello Stato, che pure ci è sempre vicino“, ha affermato la presidente di Cartoon Italia.
Secondo una stima fornita da Cartoon Italia, con un investimento complessivo di 10 milioni di euro da parte delle piattaforme private in un triennio, il volume di produzione in Italia passerebbe da 125 milioni di euro a 178,4 milioni di euro, con un ritorno per lo Stato di 24,6 milioni di euro e la creazione di 1.120 posti di lavoro.
Il ruolo fondamentale della Rai
Il direttore di Rai Kids, Luca Milano, ha sottolineato l’importanza del rapporto tra il servizio pubblico e l’animazione italiana. “C’è un rapporto molto stretto tra servizio pubblico e animazione italiana. Da una ventina di anni abbiamo iniziato e continuato stabilmente a investire nel settore diventando il motore dell’animazione italiana con studi che ormai sono un po’ in tutte le regioni, con produzioni a livello delle migliori internazionali e che usiamo sui nostri canali per bambini e ragazzi, Rai Yoyo e Rai Gulp“, ha dichiarato Milano.
Un settore con potenziale, ma con necessità di investimenti
L’animazione italiana sembra avere un potenziale significativo, come dimostrano i numeri positivi della produzione e l’impatto positivo del Tax credit. Tuttavia, la mancanza di investimenti da parte delle piattaforme private rappresenta un ostacolo allo sviluppo del settore, soprattutto per la produzione di prodotti per fasce d’età più ampie. Un maggiore coinvolgimento da parte del settore privato potrebbe portare ad un’ulteriore crescita e diversificazione della produzione, creando nuove opportunità di lavoro e un ritorno economico ancora più significativo per il paese.