Testimonianze in aula sul boss mafioso
Il processo ad Alfonso Tumbarello, ex medico di base di Campobello di Mazara accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici, ha visto la deposizione di tre medici oncologi della clinica “La Maddalena” di Palermo. I medici, Antonella Marchese, Chiara Ancona e Antonio Testa, sono stati chiamati a testimoniare dalla difesa e hanno confermato di aver avuto in cura Matteo Messina Denaro, il boss mafioso, sotto il falso nome di Andrea Bonafede.
La dottoressa Marchese ha dichiarato che Messina Denaro era “molto preoccupato del dopo” e “cercava di sapere con chiarezza quanto tempo gli rimaneva ancora da vivere”. Ha descritto il capomafia come un paziente “benestante, ben vestito, con abiti firmati” e che si presentava sempre da solo, parlando occasionalmente di una figlia.
Anche la dottoressa Ancona ha confermato di aver avuto in cura Messina Denaro, descrivendolo come un paziente normale con cui non ha avuto rapporti diversi da quelli medico-paziente. Il dottor Testa, invece, ha dichiarato di aver scoperto l’identità del boss solo il giorno del suo arresto, dopo averlo avuto in cura per “tre o quattro mesi”.
Il ruolo del medico di base
Tumbarello è accusato di aver redatto numerosi certificati medici a nome di “Bonafede Andrea”, classe ’63, per consentire a Messina Denaro di curarsi. Le testimonianze dei medici oncologi non hanno fatto luce sul ruolo di Tumbarello nella vicenda, ma hanno confermato che Messina Denaro si è presentato come Bonafede durante le cure mediche.
Il processo è in corso e il prossimo 16 settembre sono previste nuove udienze con l’audizione di altri testimoni.
Considerazioni sul caso
Il caso Messina Denaro evidenzia ancora una volta la capacità di infiltrazione della criminalità organizzata in diversi ambiti della società, compresi quelli sanitari. La testimonianza dei medici conferma che il boss mafioso si è avvalso di un’identità falsa per accedere alle cure mediche, dimostrando come la criminalità organizzata riesca a sfruttare le falle del sistema per i propri scopi. È fondamentale che le istituzioni continuino ad agire con determinazione per contrastare questo fenomeno, rafforzando i controlli e garantendo trasparenza e integrità nell’ambito sanitario.