La sentenza della Corte d’Appello
La Corte d’Appello di Firenze ha confermato la condanna in abbreviato a un anno di reclusione (pena sospesa) per il professor Giorgio Galanti, ex direttore di Medicina dello Sport dell’ospedale di Careggi, accusato di omicidio colposo. Il medico era stato ritenuto responsabile di aver certificato l’idoneità sportiva di Davide Astori in due occasioni, nel 2016 e nel 2017, nonostante il calciatore soffrisse di una grave patologia cardiaca che non gli era mai stata diagnosticata.
La sentenza ha confermato anche il risarcimento: Galanti dovrà versare una provvisionale complessiva di un milione e 90mila euro, di cui 490mila euro a favore di Francesca Fioretti e Vittoria Astori, rispettivamente compagna e figlia del calciatore, e i rimanenti 600mila euro a beneficio dei genitori e dei fratelli del calciatore.
Le dichiarazioni delle parti coinvolte
Francesca Fioretti, compagna di Davide Astori, ha espresso sollievo per la sentenza, dichiarando di sentirsi “più leggera” e sperando che quanto successo al calciatore non si ripeta più. Marco Astori, fratello del calciatore, ha annunciato che l’associazione intitolata a Davide continuerà il suo lavoro di sostegno alla ricerca sulla cardiomiopatia aritmogena e per la modifica dell’iter dei controlli per le attività sportive.
L’avvocato Alessio Mazzoli, legale di Fioretti e della figlia di Astori, ha confermato che la sentenza di primo grado è stata integralmente confermata, mentre l’avvocato Alessandro Zonca, legale dei genitori e del fratello di Astori, ha elogiato il lavoro della procura di Firenze per la professionalità dimostrata nell’indagine.
La morte di Davide Astori e le responsabilità mediche
Secondo la sentenza di primo grado, la morte di Davide Astori, avvenuta il 4 marzo 2018 in una camera di albergo a Udine, è stata causata da un’aritmia ventricolare maligna dovuta a una grave patologia cardiaca non diagnosticata. La sentenza ha stabilito che il calciatore poteva essere salvato se la malattia fosse stata diagnosticata, ma che sono stati violati i protocolli medici, trascurando la necessità di svolgere alcuni esami nonostante una extrasistolia ventricolare fosse emersa durante le prove sotto sforzo.
Un caso che pone interrogativi sulla medicina sportiva
La vicenda di Davide Astori rappresenta un caso drammatico che pone interrogativi sulla medicina sportiva e sui protocolli di controllo medico per gli atleti. La sentenza conferma che la morte del calciatore poteva essere evitata se fossero stati applicati correttamente i protocolli e se la patologia cardiaca fosse stata diagnosticata tempestivamente. Questo caso dovrebbe servire come monito per migliorare i protocolli medici e per garantire una maggiore attenzione alla salute degli atleti.