Il ritorno dei reperti trafugati
L’esposizione “Nostoi, rientri condivisi” presso il museo archeologico di Capo Colonna a Crotone ha visto il ritorno di 17 reperti archeologici, trafugati dai tombaroli, nel territorio da cui erano stati sottratti. Il tenente Giacomo Geloso, comandante del Nucleo Carabinieri Tutela del patrimonio culturale di Cosenza, ha evidenziato come l’esposizione rappresenti il culmine di un percorso iniziato con le indagini sui furti e proseguito con il recupero e la restituzione dei reperti al museo.I reperti, recuperati grazie alle indagini “Tempio di Hera” e “Achei” coordinate dalla Procura della Repubblica di Crotone, vanno ad arricchire la collezione del museo. Tra i pezzi più significativi spiccano uno specchio in bronzo con impugnatura a forma di fanciulla panneggiata, databile nella prima metà del V secolo avanti Cristo, e una grande brocca per oli e balsami (lekythos) decorata a figure nere, prodotta in Attica intorno al 500 avanti Cristo e attribuibile al Pittore di Edimburgo.
Un patrimonio culturale restituito
L’esposizione include anche una “hydria” a figure rosse, con raffigurazione di una quadriga guidata dal dio Eros, ed eleganti epychiseis (contenitori per oli e balsami profumati) in stile Gnathia. Tutti questi oggetti offrono una panoramica sulle principali produzioni ceramiche in territorio magnogreco, evidenziando al contempo il danno provocato dalle attività degli scavatori clandestini.Gregorio Aversa, direttore scientifico dell’esposizione, ha sottolineato il danno gravissimo causato dal saccheggio archeologico, non solo per la sottrazione di reperti importanti e unici alla collettività, ma anche per l’impedimento della loro conoscenza e studio.
Un rientro significativo
Filippo Demma, direttore dell’Istituto autonomo dei parchi archeologici di Crotone e Sibari, ha definito l’esposizione come la celebrazione del rientro di oggetti che appartengono a quella terra, una rappresentazione della storia di un recupero che merita di essere raccontata come testimonianza culturale della società che dà valore al proprio passato.La mostra, ad ingresso libero, resterà aperta fino al 31 ottobre prossimo, esclusi i lunedì, con orario giornaliero 9-19.
Il valore del recupero e la lotta al saccheggio archeologico
Il ritorno di questi reperti archeologici al museo di Capo Colonna è un evento significativo che sottolinea l’importanza della tutela del patrimonio culturale. La mostra “Nostoi, rientri condivisi” non solo celebra il recupero di questi manufatti, ma rappresenta anche un monito contro il saccheggio archeologico, un fenomeno che impoverisce il patrimonio storico e culturale di un territorio e ne impedisce la conoscenza e la fruizione da parte delle future generazioni.