Le dichiarazioni di Rino Canavese: sospetti e critiche alla proroga
Rino Canavese, l’unico membro del board del porto di Genova a opporsi alla proroga trentennale del terminal Rinfuse ad Aldo Spinelli, ha espresso forti sospetti sull’operazione. In una dichiarazione ai pm genovesi, Canavese ha affermato che “quando le cose che vedi sono eclatanti il sospetto è che ci siano degli illeciti”, evidenziando un’anomala insistenza da parte dell’ex presidente del porto di Genova, Paolo Signorini, per l’approvazione della proroga.
Secondo Canavese, ex presidente del porto di Savona, “ogni pratica di Spinelli doveva essere un sì”, mentre Signorini avrebbe mostrato un interesse sproporzionato per la pratica in questione, definito da Canavese stesso come “Signorini si è bevuto il cervello” e “deve esserci qualcosa di strano sotto, non è normale”. Canavese ha sottolineato come Signorini fosse disinteressato ad altre pratiche portuali, ma estremamente coinvolto nella vicenda Spinelli, con approvazioni veloci e anticipate.
Dubbi sui viaggi di Signorini a Montecarlo e sulle utilità ricevute
Canavese ha dichiarato di non essere a conoscenza dei viaggi di Signorini a Montecarlo, ma di aver appreso successivamente delle voci che circolavano in porto a Genova riguardo alle utilità ricevute e all’assidua frequentazione di Montecarlo da parte dell’ex presidente.
La proposta di Canavese: una licenza di 4 anni invece della concessione
Canavese ha espresso la sua preferenza per una licenza di 4 anni, rinnovabile, invece della concessione trentennale. Secondo lui, questo strumento avrebbe consentito all’Autorità portuale di avere “in casa un bene”, a differenza della concessione che avrebbe ceduto il controllo del terminal.
L’analisi del piano industriale di Spinelli: un investimento “inverosimile”
Canavese ha analizzato il piano industriale presentato da Spinelli per ottenere la proroga, definendolo “inverosimile” in relazione all’investimento di 70 milioni di euro per il terminal rinfuse. Canavese ha sostenuto che il sito era già attrezzato e che l’investimento sarebbe stato più compatibile con un terminal container. Inoltre, Canavese ha evidenziato la consapevolezza che la costruzione della diga avrebbe reso il sito inadatto alle rinfuse, definendo il piano industriale uno “specchietto per le allodole”.
Considerazioni sull’inchiesta e sulle dichiarazioni di Canavese
Le dichiarazioni di Rino Canavese sollevano seri dubbi sulla trasparenza e la regolarità della proroga del terminal Rinfuse ad Aldo Spinelli. Le sue affermazioni sull’eccessivo interesse di Signorini per la pratica, in contrasto con il suo disinteresse per altre questioni portuali, e le voci sulle utilità ricevute dall’ex presidente, meritano un’attenta analisi da parte degli inquirenti. L’analisi del piano industriale di Spinelli, definito “inverosimile” da Canavese, rappresenta un altro elemento da approfondire, soprattutto alla luce della consapevolezza che il sito non sarebbe stato idoneo per le rinfuse in futuro. L’inchiesta in corso dovrà fare luce su eventuali irregolarità e stabilire se vi siano stati illeciti nell’iter decisionale che ha portato alla proroga trentennale del terminal.