Milano – Nel dinamico universo dell’intelligenza artificiale, l’interazione uomo-macchina sta raggiungendo un nuovo livello di sofisticazione. OpenAI, l’azienda californiana all’avanguardia nella ricerca sull’IA, ha recentemente annunciato una significativa novità per il suo celebre chatbot, ChatGPT. In risposta diretta alle critiche di una fetta consistente di utenti, che percepivano l’ultimo modello, GPT-5.2, come eccessivamente formale e a tratti “scortese”, l’azienda ha introdotto una serie di controlli granulari per personalizzare il tono delle conversazioni. Questa mossa strategica non solo mira a migliorare l’esperienza utente, ma solleva anche affascinanti questioni sull’evoluzione emotiva delle macchine e sul nostro rapporto con esse.

Dal “troppo amichevole” al “troppo freddo”: la genesi di un aggiornamento

Per comprendere appieno la portata di questa innovazione, è necessario fare un passo indietro. Il predecessore di GPT-5, il modello GPT-4o, era stato da alcuni criticato per un’eccessiva tendenza all’adulazione e a un’amichevolezza quasi ossequiosa. Nel tentativo di calibrare questo aspetto, con il lancio della serie GPT-5 a inizio 2025, OpenAI aveva optato per un registro più neutrale e professionale. Tuttavia, questo cambiamento ha generato un’ondata di malcontento: molti utenti storici hanno percepito il nuovo modello come “meno colloquiale, quasi freddo”, come riportato dal sito specializzato Engadget. La community si è espressa con forza su forum e social media, lamentando una perdita di “personalità” e un’interazione più rigida e impersonale.

La risposta di OpenAI non si è fatta attendere. Con un post sul social network X, l’azienda ha svelato l’introduzione di nuove opzioni che consentono agli utenti di diventare veri e propri “direttori d’orchestra” dell’emotività del loro assistente virtuale.

Un cruscotto per le emozioni: come funziona la nuova personalizzazione

Le nuove impostazioni, accessibili dal menu “Personalizzazione” delle app mobili e del sito web di ChatGPT, offrono un controllo senza precedenti sullo stile comunicativo dell’IA. Gli utenti possono ora regolare manualmente parametri specifici come:

  • Calore emotivo (Warmth): È possibile decidere se le risposte debbano essere più empatiche e calorose o più neutre e distaccate.
  • Entusiasmo (Enthusiasm): Si può calibrare il livello di energia e positività nelle interazioni, da un tono pacato a uno più vivace.
  • Uso di emoji: È stata data la possibilità di modulare la frequenza con cui il chatbot utilizza le emoticon per arricchire le sue risposte.

Per ciascuno di questi parametri, sono disponibili tre livelli: “Più”, “Meno” o “Predefinito”. Questi controlli si affiancano a opzioni preesistenti, introdotte a novembre con la versione 5.1, che permettevano di scegliere uno stile di base come ‘schietto’, ‘professionale’, ‘cinico’ o ‘eccentrico’. La combinazione di questi strumenti offre una flessibilità tale da poter adattare il comportamento del sistema a qualsiasi contesto, da quello lavorativo a quello più informale e creativo.

Oltre l’esperienza utente: le implicazioni etiche e psicologiche

La decisione di OpenAI di investire in una personalizzazione emotiva così dettagliata va oltre la semplice risposta a un feedback negativo. Essa si inserisce in un dibattito più ampio e complesso sulle implicazioni etiche e psicologiche dell’intelligenza artificiale conversazionale. Alcuni ricercatori, infatti, avevano sollevato preoccupazioni riguardo alla tendenza dei chatbot a lodare sistematicamente gli utenti, identificandola come un potenziale “dark pattern” che potrebbe avere effetti negativi sulla salute mentale e creare dipendenza. Offrire un maggiore controllo sul tono dell’IA può essere visto come un passo verso una relazione più sana e consapevole con la tecnologia, dove l’utente mantiene un ruolo attivo e critico.

Dal punto di vista ingegneristico, questa evoluzione rappresenta una sfida affascinante. Non si tratta solo di generare testo corretto, ma di infonderlo con sfumature emotive precise e coerenti, un compito che richiede una profonda comprensione del linguaggio e del contesto. Il modello GPT-5.2, pur essendo stato criticato per il suo tono iniziale, è stato progettato per migliorare l’affidabilità, la gestione di contesti complessi e la coerenza su lunghi dialoghi, fondamenta tecniche indispensabili per poter poi innestare un controllo emotivo efficace.

Un occhio di riguardo per i più giovani: le nuove linee guida “U18”

Parallelamente all’affinamento dell’esperienza utente, OpenAI ha dimostrato un rinnovato impegno verso la sicurezza, in particolare quella dei minori. L’azienda ha recentemente aggiornato le sue linee guida sul comportamento dell’IA, presentate per la prima volta nel maggio del 2024. La novità più rilevante è l’introduzione di una sezione specifica denominata “U18”, dedicata agli utenti tra i 13 e i 17 anni.

Secondo una nota ufficiale, l’obiettivo è “mettere la sicurezza degli adolescenti al primo posto”. Queste nuove direttive, sviluppate consultando esperti di psicologia e sviluppo adolescenziale, guidano ChatGPT a interagire con i giovani in modo appropriato alla loro età, promuovendo il supporto nel mondo reale e scoraggiando contenuti potenzialmente dannosi. Questo include, ad esempio, il divieto di partecipare a roleplay di natura romantica o sessuale e un sistema di rilevamento in tempo reale per richieste rischiose. Si tratta di una mossa cruciale, che risponde alle crescenti pressioni da parte di legislatori e opinione pubblica per una maggiore responsabilità delle aziende tecnologiche nella protezione degli utenti più vulnerabili.

Il futuro è conversazionale e personalizzato

L’introduzione di controlli emotivi su ChatGPT segna un punto di svolta. L’intelligenza artificiale non è più solo uno strumento per recuperare informazioni o eseguire compiti, ma sta diventando un partner conversazionale sempre più sofisticato e adattabile. La strada intrapresa da OpenAI, che bilancia innovazione tecnologica con l’ascolto della propria community e un forte senso di responsabilità etica, delinea un futuro in cui potremo dialogare con macchine non solo intelligenti, ma anche capaci di comprendere e adattarsi alle nostre sfumature emotive. Un futuro che, dalla fredda logica dei bit, si apre a un’interazione più ricca, umana e, in definitiva, più utile.

Di davinci

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