Condanna ridotta in appello bis
La Corte di Assise di Appello di Roma ha emesso la sentenza definitiva nel processo per l’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, avvenuto a Roma nel luglio del 2019. I due studenti americani, Lee Elder Finnegan e Gabriele Natale Hjorth, sono stati condannati rispettivamente a 15 anni e due mesi e a 11 anni e 4 mesi di carcere.
La sentenza rappresenta l’esito dell’appello bis, con la Corte che ha applicato uno sconto di pena rispetto alle condanne precedenti. In primo grado, Finnegan era stato condannato all’ergastolo e Hjorth a 30 anni di carcere.
Il delitto e il processo
Il delitto avvenne la notte del 26 luglio 2019, quando Cerciello Rega e il collega Luca Varriale intervennero in seguito alla segnalazione di un tentativo di rapina ai danni di due turisti americani. Durante lo scontro con i due carabinieri, Cerciello Rega fu colpito da 11 coltellate e morì sul posto.
Il processo ha visto un lungo e complesso iter giudiziario, con diverse udienze e testimonianze. I due studenti americani hanno sempre sostenuto di aver agito per legittima difesa, ma la Corte ha ritenuto provata la loro colpevolezza.
Un caso complesso e controverso
La vicenda dell’omicidio di Mario Cerciello Rega è un caso complesso e controverso, che ha suscitato un forte dibattito pubblico. La sentenza della Corte d’Appello, pur riducendo le pene iniziali, conferma la colpevolezza dei due studenti americani, sottolineando la gravità del reato commesso. Il caso pone interrogativi sulla giustizia e sulla responsabilità individuale, in un contesto internazionale e con implicazioni di natura giuridica e sociale.