Una serata da dimenticare, un crollo verticale che lascia ferite profonde e un Natale tutt’altro che sereno. L’Udinese esce dall’Artemio Franchi con le ossa rotte, umiliata da una Fiorentina fino a ieri fanalino di coda e a secco di vittorie, capace di imporsi con un perentorio 5-1. Una sconfitta pesantissima, maturata in una partita condizionata dall’espulsione del portiere Maduka Okoye dopo appena sette minuti, ma che la dirigenza e lo staff tecnico friulano non accettano come alibi per una prestazione definita “pessima” e “inaccettabile”.

LA CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO

La partita dell’Udinese finisce, di fatto, al 7′ minuto. Su un lancio in profondità per Moise Kean, il portiere bianconero Okoye esce in maniera sconsiderata fuori dalla propria area di rigore, travolgendo l’attaccante viola e toccando il pallone con il braccio. L’arbitro Mariani non ha dubbi: cartellino rosso diretto e friulani in dieci uomini per oltre ottanta minuti. Un episodio che ha spianato la strada alla Fiorentina e mandato in tilt i piani di mister Kosta Runjaic, costretto a sacrificare Kabasele per inserire il secondo portiere Sava.

Da quel momento, per i bianconeri è stato un monologo viola. La Fiorentina, rinvigorita dalla superiorità numerica e dalla necessità di dare una scossa al proprio campionato, ha preso il controllo totale del gioco. Il vantaggio è arrivato al 21′ con una punizione a due finalizzata da Rolando Mandragora, ex della partita, che ha trafitto un non impeccabile Sava. L’Udinese ha provato a reagire con una fiammata di Zaniolo, ma è stata solo un’illusione. Prima dell’intervallo, la Fiorentina ha chiuso i conti: al 42′ Albert Gudmundsson ha raddoppiato con una pregevole giocata personale e, in pieno recupero, Cher Ndour ha siglato il 3-0 di testa su assist di Fagioli.

Nella ripresa, il copione non è cambiato. La Fiorentina ha continuato a dominare, trovando altre due reti con un Moise Kean in stato di grazia, autore di una doppietta (56′ e 68′). Inutile, se non per le statistiche, il gol della bandiera di Oumar Solet al 66′, una bella conclusione da fuori area che ha reso il passivo leggermente meno amaro. Il 5-1 finale fotografa impietosamente la serata da incubo dell’Udinese e regala alla Fiorentina una boccata d’ossigeno vitale, sebbene la squadra toscana resti ultima in classifica.

LE ACCUSE DEL DOPO GARA: “NESSUNA SCUSA”

Al termine della gara, il direttore sportivo Gianluca Nani non ha usato mezzi termini per descrivere la prestazione della squadra: “Non ci sono scuse, si vince anche in dieci e anche in nove. Abbiamo fornito una prestazione pessima, questo è il risultato. Non passeremo un Natale sereno: quando perdi 5-1 anche se sei in 10, resta 5-1. Volevamo farci un regalo di Natale dopo il Napoli; invece, siamo qui a commentare una brutta sconfitta”. Parole dure che evidenziano un profondo rammarico e una forte preoccupazione: “Sono preoccupato perché non riusciamo a fare il salto di qualità e questo dispiace, perché siamo una buona squadra. Se tu vuoi fare il salto, devi cambiare atteggiamento”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il tecnico Kosta Runjaic, apparso visibilmente amareggiato in conferenza stampa. “La reazione non c’è stata, peccato, ci sarà un’analisi approfondita”, ha dichiarato l’allenatore. Runjaic ha faticato a spiegare i black-out della sua squadra, glissando sulle domande relative a possibili errori di concentrazione dei singoli. Ha poi aggiunto: “La Fiorentina è comunque una buona squadra, abbiamo perso anche per quello. Mi congratulo con loro per la prima vittoria della stagione”. Mistero, invece, sulla sostituzione di Nicolò Zaniolo alla fine del primo tempo: “L’ho cambiato per una ragione, meglio non andare sui dettagli dopo una sconfitta così”, una frase che lascia aperte diverse interpretazioni.

ANALISI DI UNA CRISI: COSA NON VA NELL’UDINESE?

La debacle di Firenze non è un fulmine a ciel sereno, ma l’apice di un andamento altalenante che caratterizza la stagione dell’Udinese. La squadra friulana, capace di imprese come la vittoria contro il Napoli, incappa troppo spesso in crolli inspiegabili e sconfitte pesanti. La mancanza di continuità è il principale capo d’accusa mosso a un gruppo che, a detta dello stesso Nani, avrebbe le qualità per ambire a qualcosa di più di una tranquilla salvezza. L’espulsione di Okoye ha certamente inciso, ma una squadra con ambizioni non può sfaldarsi in quel modo, subendo cinque gol da un avversario in piena crisi. L’atteggiamento, la mancanza di reazione e la fragilità difensiva sono i campanelli d’allarme più preoccupanti in vista del prosieguo del campionato. La sosta natalizia arriva forse nel momento giusto per leccarsi le ferite, analizzare a fondo i problemi e ripartire con un piglio diverso, perché la Serie A non perdona cali di tensione di questa portata.

Di nike

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