“Diritti in campo”: calcio solidale contro lo sfruttamento
La Flai Cgil ha lanciato l’iniziativa “Diritti in campo”, un torneo di calcio che si svolge a Latina, Brescia e in altre città italiane, con l’obiettivo di combattere lo sfruttamento nel lavoro agricolo. La squadra, composta da lavoratori migranti, indossa magliette con il marchio “Diritti in campo” e si confronta sul campo da calcio, lasciandosi alle spalle per novanta minuti gli affanni del lavoro nei campi.
Il segretario regionale della Flai Cgil, Antonio del Brocco, guida la squadra, che ha disputato una partita contro un gruppo di lavoratori provenienti da Costa D’Avorio, Nigeria, Senegal, Camerun e Mali. Le divise di gioco, con maglietta rossa e scritta bianca per una squadra e maglietta bianca e scritta rossa per l’altra, sono destinate ad essere conservate come ricordo di un calcio che, in questo caso, è a misura d’uomo e cerca di contrastare lo sfruttamento cui sono soggetti tanti lavoratori migranti.
Il calcio come strumento di inclusione sociale
Secondo il segretario generale della Flai Cgil, Giovanni Mininni, queste giornate dimostrano la normalità dello stare insieme, la voglia di partecipare e divertirsi in gruppo. L’inclusione si concretizza anche in questi momenti, che si affiancano all’azione sindacale quotidiana di tutela collettiva e individuale.
“Simbolicamente diciamo che da questo campo diamo un calcio alle ingiustizie e alle discriminazioni, anche rincorrendo un pallone”, ha spiegato Mininni, sottolineando che il calcio è lo sport più popolare al mondo e può essere uno strumento di lotta per la giustizia.
Lo sport come strumento di lotta sociale
L’iniziativa della Flai Cgil dimostra come lo sport, in particolare il calcio, possa essere uno strumento efficace per promuovere l’inclusione sociale e combattere le ingiustizie. Il calcio, come sport popolare e universale, riesce a unire persone di diverse culture e provenienze, creando un terreno comune per la solidarietà e la lotta per i diritti.