Un traguardo storico, un sogno che si avvera e che porta il nome di Bologna e dell’Emilia-Romagna sotto i riflettori più prestigiosi del cinema mondiale. “Playing God”, il cortometraggio di nove minuti in stop motion del regista e scultore bolognese Matteo Burani, ha conquistato un posto nella shortlist dei Premi Oscar nella categoria Miglior Cortometraggio d’Animazione. È la prima volta in assoluto che un’opera d’animazione breve italiana raggiunge questo risultato, un evento che riempie d’orgoglio non solo i suoi creatori ma un’intera regione che ha creduto e investito nel progetto. La notizia giunge dopo un percorso straordinario, un viaggio durato sette anni che ha visto un piccolo progetto indipendente trasformarsi in un fenomeno internazionale.
La genesi di un capolavoro: arte, passione e un pizzico di argilla
“Playing God” è un’opera che affonda le sue radici nella materia stessa. Nello spoglio laboratorio di uno scultore ossessionato dalla ricerca della perfezione, fragili creature d’argilla prendono vita. Abbandonate dal loro creatore perché ritenute imperfette, queste sculture si animano nell’oscurità, unite da un disperato bisogno di appartenenza e dal tentativo di raggiungere chi le ha generate. Il cortometraggio è una potente e toccante riflessione sulla fragilità umana, sull’emarginazione e sulla resilienza, un racconto che esplora come il rifiuto possa condizionare l’individuo, ma anche come l’unione possa trasformare la marginalità in forza.
Nato dalla visione di Matteo Burani e prodotto da Arianna Gheller per Studio Croma Animation, fondato da entrambi a Bologna, il film è un esempio fulgido di artigianalità e dedizione. Tutta l’animazione, un lavoro certosino e paziente che è l’anima della stop motion, è stata curata interamente da Arianna Gheller. Questo processo, che Burani definisce “dispendioso ma l’essenza stessa del cinema”, conferisce all’opera una qualità tattile e umana inconfondibile, in netto contrasto con l’era dell’automazione digitale. Ogni ditata sull’argilla, ogni imperfezione, diventa un veicolo di emozione, un simbolo della bellezza che risiede proprio nell’incompiutezza.
Un viaggio costellato di successi: dai festival internazionali alla porta degli Oscar
Il percorso di “Playing God” prima della prestigiosa shortlist è stato un’ascesa trionfale. Dopo la sua première mondiale alla Settimana Internazionale della Critica della Mostra del Cinema di Venezia, dove ha ricevuto il plauso della critica, il corto ha collezionato ben 180 selezioni ufficiali e 92 premi internazionali. Tra questi spiccano riconoscimenti di enorme peso, come il Grand Prix per il Miglior cortometraggio d’animazione in due festival “Oscar-qualifying”: il Tribeca Film Festival e Animayo. A questi si aggiunge il prestigioso Nastro d’Argento, conferito dal Sindacato Nazionale Gioristi Cinematografici Italiani.
Questo incredibile palmarès testimonia la forza universale di un’opera che, pur senza dialoghi, riesce a comunicare temi profondi e attuali, diventando, come sottolineato da uno dei produttori, “un’istantanea del momento storico che stiamo vivendo”.
Il sostegno di un territorio e la forza del “low-budget”
Il successo di “Playing God” è anche la vittoria di un modello produttivo. Si tratta di un progetto indipendente e a basso costo, con un budget totale di poco meno di 56.000 euro, sostenuto con un contributo fondamentale di 20.000 euro da parte della Regione Emilia-Romagna tramite la sua Film Commission. L’assessora alla Cultura, Gessica Allegni, ha espresso grande orgoglio per questo risultato, definendolo “il risultato di un lavoro lungo, appassionato e intenso di un gruppo di giovani che stanno seguendo un sogno di arte, tecnica ed emozione”.
Il progetto, nato sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter, ha saputo attrarre partner internazionali di rilievo, come la casa di produzione francese Autour de Minuit (già vincitrice di un Oscar per “Logorama”), e ha ottenuto il supporto di istituzioni europee come il CNC francese e il Ministero della Cultura italiano, mantenendo sempre un forte radicamento sul territorio bolognese.
L’attesa per Los Angeles
Ora gli occhi sono puntati su Hollywood. “Playing God” competerà con altri 14 titoli provenienti da tutto il mondo per un posto nella cinquina finale. L’annuncio dei cinque finalisti è previsto per il 22 gennaio, mentre la cerimonia di consegna degli Academy Awards si terrà il 15 marzo a Los Angeles. Indipendentemente dall’esito finale, l’ingresso nella shortlist rappresenta già una vittoria immensa, un riconoscimento che, come dichiarato dagli stessi autori, premia un “percorso complesso, durato sette anni, motivato prima di ogni altra cosa dal desiderio di fare cinema”. Un desiderio che, dall’argilla di un laboratorio bolognese, ha saputo raggiungere le stelle del cinema mondiale.
