Approvazione controversa di una legge di amnistia
Il parlamento peruviano ha approvato una legge che prescrive tutti i crimini contro l’umanità commessi in Perù prima del 2002. La norma, approvata in prima lettura a giugno, ha suscitato forti critiche da parte della comunità internazionale, che la considera un pericoloso passo verso l’impunità per i responsabili di gravi violazioni dei diritti umani durante la dittatura militare di Alberto Fujimori.
La legge, nonostante il parere contrario della procura, della Corte interamericana dei diritti umani (Cidh) e dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu), oltre alle proteste dell’opposizione politica, è stata approvata con 15 voti favorevoli e 12 contrari.
Critiche e preoccupazioni
La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per le potenziali conseguenze della legge, temendo che possa favorire l’impunità per indagati e condannati per gravi crimini commessi durante il regime di Fujimori, che ha causato 69.000 morti e 21.000 sparizioni tra il 1980 e il 2000.
Le critiche si concentrano sul rischio che la legge possa ostacolare la giustizia per le vittime e i loro familiari, impedendo l’accertamento delle verità e la punizione dei responsabili.
Un passo indietro per la giustizia?
L’approvazione di questa legge solleva seri interrogativi sulla volontà del Perù di affrontare il suo passato e garantire giustizia per le vittime delle violazioni dei diritti umani. La preoccupazione per l’impunità è comprensibile, soprattutto considerando il peso storico della dittatura di Fujimori e le gravi conseguenze per la popolazione peruviana. È fondamentale che la comunità internazionale continui a monitorare la situazione e a sollecitare il Perù a rispettare gli obblighi internazionali in materia di diritti umani.