Una lite per un pallone degenera in violenza razzista
Un episodio di violenza razzista ha avuto luogo domenica sera al parco Giordano Sangalli, nella zona di Tor Pignattara a Roma. La lite è nata da una banale discussione per un pallone tra un gruppo di bambini indiani, di età compresa tra gli 8 e i 10 anni, e alcuni ragazzini romani di poco più grandi. Dopo che i bambini indiani hanno chiesto di riavere il pallone, che era stato preso dai ragazzi romani per giocare, e si sono visti rifiutare, hanno chiamato i genitori. La situazione è degenerata rapidamente, coinvolgendo altri conoscenti dei due gruppi, con insulti razzisti, spintoni e bottigliate.
Aggressioni e feriti
Nel parapiglia, due genitori dei bambini indiani e un cittadino del Bangladesh, che si trovava lì per caso, sono stati aggrediti. Uno dei tre è stato colpito con una bottiglia, mentre il padre di uno dei bambini indiani ha riportato la frattura di una costola, con un periodo di guarigione stimato in 25 giorni.
Indagini in corso e reazioni
Sulla vicenda indagano i carabinieri della compagnia Casilina, che stanno raccogliendo testimonianze per ricostruire l’accaduto e identificare gli aggressori. Al momento non risultano motivi pregressi alla violenza, ma gli inquirenti valuteranno ogni ipotesi, compresa quella di un reato a sfondo razziale.
L’episodio ha suscitato forti reazioni, con l’Anpi di Roma che ha chiesto al ministro dell’Interno di intervenire per l’individuazione e la punizione degli aggressori, chiedendo l’applicazione delle leggi contro il razzismo. Anche il Pd di Roma, con il vice capogruppo Paolo Ciani, ha presentato un’interrogazione al ministro Piantedosi per fare chiarezza sulla vicenda. L’assessore capitolino Andrea Catarci ha condannato l’accaduto, sottolineando che non c’è spazio per razzismo e violenza, e ha annunciato la sua presenza al presidio contro il razzismo organizzato nel parco.
Un episodio allarmante
L’episodio al parco Giordano Sangalli è un campanello d’allarme sulla persistenza di pregiudizi e violenza razzista, anche tra i più giovani. È importante che la comunità reagisca con fermezza a questi episodi, promuovendo l’educazione al rispetto e alla convivenza civile, soprattutto tra le nuove generazioni.