Il G20 in un contesto di governance in crisi
Secondo Paolo Magri, presidente del comitato scientifico dell’Ispi, il G20 si trova ad operare in un contesto globale caratterizzato da una governance in crisi. L’esperto ha osservato che “Sono passati i tempi in cui il G20 prendeva in mano il destino del mondo, quantomeno su temi economici. Ora fra alcuni dei Paesi del gruppo esiste un dialogo molto faticoso, per usare un eufemismo“. Magri ha anche sottolineato il rischio che il G20 diventi “più parola che sostanza“, un rischio che si estende anche ai think tank, che si occupano di idee.
Il T20 brasiliano: un focus su tre temi chiave
Il T20 di Rio de Janeiro, organizzato dal Cebri, è stato apprezzato da Magri per aver ristretto il campo delle priorità, concentrandosi su tre temi chiave: la riduzione della povertà, il cambiamento climatico e la riforma della governance globale. “Invece di perdersi in migliaia di proposte, i brasiliani hanno concentrato l’obiettivo su tre temi. Questo è un lavoro prezioso“, ha affermato.
Magri ha considerato significativo il tema della lotta alla povertà, in cui il Brasile, a partire dalla presidenza di Lula, si è affermato come un “laboratorio credibile“. Ha inoltre giudicato “positiva” l’iniziativa sulla transizione energetica, in vista della Cop30 che si terrà in Brasile nel 2025.
La questione della riforma della governance globale, secondo Magri, appare “un po’ complessa, e destinata ad ottenere meno risultati“, considerando le divisioni e i conflitti tra alcuni Paesi del G20.
Il Brasile: una cerniera tra Sud e Nord del mondo
Magri ha sottolineato l’importanza per l’Italia, che guida il G7, di guardare con attenzione al Brasile, definendolo una componente dialogante e pragmatica del ‘Sud globale’, più di Cina, India o Arabia Saudita. Il Brasile, secondo l’esperto, potrebbe rappresentare una cerniera tra il Sud e il Nord del mondo, “più delle precedenti (Arabia Saudita, Indonesia, India) e delle prossime (Sudafrica) presidenze del G20“.
Lula da Silva: un leader credibile con una forte proiezione internazionale
L’esperto ha definito Luiz Inacio Lula da Silva “artefice dell’unica vera politica estera di questo Stato negli ultimi decenni“, un leader credibile sui temi del G20 con una forte proiezione internazionale, soprattutto sulla questione della diseguaglianza. Magri ha ricordato che Lula è anche uomo dei Brics e della cooperazione con l’Africa, essendo stato il primo a lanciare il programma Sud Sud. “Sicuramente una figura che ha la capacità di aggregare“, ha concluso.
Il ruolo del Brasile nel panorama internazionale
L’analisi di Magri evidenzia il ruolo potenzialmente strategico del Brasile nel panorama internazionale, soprattutto in un contesto di crescente frammentazione geopolitica. La sua posizione di “cerniera” tra Sud e Nord del mondo, unita alla leadership di Lula da Silva, potrebbe rendere il Brasile un importante punto di riferimento per la cooperazione internazionale, soprattutto su temi come la lotta alla povertà e la transizione energetica.