Washington – In una dichiarazione che ha immediatamente catturato l’attenzione delle cancellerie internazionali, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha affermato che il suo omologo russo, Vladimir Putin, “vorrebbe mettere fine alla guerra” in Ucraina. Questa valutazione, ha precisato Trump, si basa sull’ “impressione” riportata dal suo inviato speciale, l’immobiliarista Steve Witkoff, e da suo genero e consigliere, Jared Kushner, al termine di un cruciale incontro a Mosca con il leader del Cremlino.
Le parole di Trump, pronunciate dallo Studio Ovale, arrivano in un momento delicatissimo del conflitto e aprono nuovi scenari sul complesso puzzle diplomatico che si sta componendo per cercare una via d’uscita alla guerra che da quasi quattro anni devasta l’Ucraina. “Questa è l’impressione che hanno avuto”, ha specificato il presidente americano, aggiungendo un’interpretazione personale: “Io penso che a Putin piacerebbe tornare a una vita normale, penso che vorrebbe fare affari con gli Stati Uniti, sinceramente, invece di perdere migliaia di soldati ogni settimana”.
Il Vertice al Cremlino: Cinque Ore di Negoziati
Il cuore di questa nuova fase diplomatica è stato il lungo colloquio, durato circa cinque ore, tra Vladimir Putin e la delegazione americana composta da Witkoff e Kushner. L’incontro, definito “molto positivo” dallo stesso Trump, è stato descritto da fonti del Cremlino come “utile, costruttivo e molto sostanziale”, sebbene non abbia prodotto un accordo concreto immediato. Un consigliere di Putin, Yuri Ushakov, ha ammesso che “c’è ancora molto lavoro da fare” e che non è stato trovato un compromesso sulle persistenti questioni territoriali. Tuttavia, ha anche rivelato che alcune proposte americane sono state giudicate “più o meno accettabili”, mentre altre sono state respinte. Mosca avrebbe ricevuto ulteriori quattro documenti che si aggiungono a un piano iniziale di 28 punti presentato dall’amministrazione Trump.
Nonostante l’assenza di una svolta definitiva, il canale di dialogo sembra essere più attivo che mai. La diplomazia americana sta portando avanti un intenso sforzo per trovare una soluzione, come dimostra il successivo incontro in programma a Miami tra gli stessi inviati, Witkoff e Kushner, e i negoziatori ucraini, guidati da Rustem Umerov.
La Strategia di Trump e le Reazioni Internazionali
La dichiarazione di Trump si inserisce in una strategia più ampia che punta a presentarsi come l’unico leader in grado di porre fine al conflitto. “Se fossi stato presidente, la guerra non sarebbe mai avvenuta”, ha ribadito, criticando la gestione precedente. Ha sottolineato come il suo coinvolgimento sia motivato dalla volontà di fermare le morti, citando cifre drammatiche: “nell’ultimo mese sono morte 27mila persone, soprattutto giovani”.
Tuttavia, il presidente americano ha anche mostrato cautela, riconoscendo la complessità della situazione: “Cosa uscirà da quell’incontro? Non posso dirlo, perché per ballare il tango servono due”. Questo approccio, che mescola ottimismo e realismo, riflette le difficoltà intrinseche di una negoziazione in cui le posizioni di partenza di Russia e Ucraina, specialmente sulle questioni territoriali come il Donbass, appaiono ancora inconciliabili.
Sul fronte ucraino, il presidente Volodymyr Zelensky ha confermato la continuazione dei colloqui con gli inviati americani, mostrando l’intenzione di non abbandonare il tavolo negoziale, pur ribadendo che una “pace dignitosa” sarà possibile solo se si terranno in considerazione gli interessi di Kiev. Nel frattempo, altre potenze globali osservano attentamente. Il presidente francese Emmanuel Macron, in visita a Pechino, ha esercitato pressioni sull’omologo cinese Xi Jinping affinché usi la sua influenza su Mosca per raggiungere un cessate il fuoco, evidenziando la dimensione globale della crisi.
Chi sono i Negoziatori Chiave
- Jared Kushner: Genero e consigliere di Donald Trump, ha già avuto un ruolo centrale in passato negli Accordi di Abramo in Medio Oriente. La sua presenza sottolinea l’importanza che la Casa Bianca attribuisce a questo canale negoziale.
- Steve Witkoff: Magnate del settore immobiliare e amico di lunga data di Trump, è stato nominato inviato speciale. La sua figura, esterna ai tradizionali circoli diplomatici, rappresenta un approccio non convenzionale tipico dell’amministrazione Trump.
- Rustem Umerov: Segretario del Consiglio di sicurezza nazionale ucraino, guida la delegazione di Kiev, portando al tavolo la prospettiva di un paese che combatte per la propria sovranità.
La strada verso la pace appare ancora lunga e complessa. Se da un lato le dichiarazioni di Trump accendono una speranza, dall’altro il Cremlino chiarisce che le sue posizioni negoziali sono rafforzate dai recenti successi militari sul campo, come la presa di Pokrovsk. La “forte sensazione” riportata da Witkoff e Kushner dovrà ora essere tradotta in progressi concreti, un compito che richiederà un equilibrio diplomatico di eccezionale abilità.
