Un fabbisogno crescente di personale domestico in Italia
Secondo il terzo paper del rapporto 2024 “Family (Net) Work – Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico”, presentato da Assindatcolf e dal Centro Studi e Ricerche Idos, l’Italia si troverà ad affrontare un forte fabbisogno di personale domestico nei prossimi anni.
Lo studio, intitolato “Il fabbisogno di manodopera italiana e straniera nel comparto del lavoro domestico in Italia. Stima 2023-2025 per regioni”, prevede che nel 2025 le famiglie italiane avranno bisogno del supporto di circa 2 milioni 288mila unità di personale domestico per soddisfare il proprio fabbisogno di assistenza.
Lavoratori stranieri e italiani: un mix di esigenze
La ricerca evidenzia un’importante richiesta di lavoratori sia stranieri che italiani. Si stima che saranno necessari 1 milione 524mila lavoratori stranieri e 764mila lavoratori italiani per far fronte alla domanda.
Oltre a questo, si prevede un fabbisogno di circa 1 milione e 25mila badanti e 1 milione 262mila colf.
Un fabbisogno che include anche il lavoro nero
Il dato di 2 milioni e 288mila unità di personale domestico include non solo le famiglie con lavoratori già in regola, ma anche i datori di colf e badanti senza contratto e persone che vorrebbero assumere ma non hanno ancora provveduto, spesso per motivi economici.
Questo dato evidenzia la complessità del settore del lavoro domestico in Italia, che spesso si confronta con situazioni di lavoro irregolare e con una domanda che supera l’offerta.
Un settore in crescita con sfide importanti
La crescente domanda di personale domestico in Italia rappresenta un’evidente tendenza sociale, legata all’invecchiamento della popolazione e all’aumento delle esigenze di assistenza. Tuttavia, questo trend pone sfide importanti, come la necessità di regolamentare il settore per garantire condizioni di lavoro dignitose e contrastare il lavoro nero. Sarà fondamentale mettere in atto politiche mirate per favorire la regolarizzazione del lavoro domestico e garantire tutele sia per i lavoratori che per i datori di lavoro.