Un difensore dello scudetto del Cagliari e del mondiale del Messico
“Tutto mi sarei aspettato tranne che vedere Niccolai in mondovisione”. La celebre battuta di Manlio Scopigno, allenatore dello scudetto del Cagliari, riassumeva bene la sorpresa di vedere il giovane Niccolai, classe 1946, protagonista in campo internazionale. Nonostante fosse il più giovane della squadra del Cagliari, Scopigno era uno dei suoi più grandi sostenitori, tanto che anche Valcareggi lo volle titolare al mondiale del Messico.
Purtroppo, il destino volle che Niccolai si infortunasse al 37′ della gara inaugurale contro la Svezia, lasciando il posto a Rosato. Nonostante l’infortunio, Niccolai rimase comunque vicecampione del mondo.
Gli autogol che hanno fatto epoca
Niccolai era un difensore forte, ma è entrato nella storia del calcio per i suoi autogol. Ne realizzò solo sei, ma ebbero un impatto tale da renderlo un personaggio iconico. Anche se nella storia del calcio italiano ci sono stati giocatori che hanno segnato più autogol, come Ferri e Baresi, la corona è sempre rimasta sulla testa di Niccolai.
Tra i suoi autogol più clamorosi, si ricorda quello nella partita clou del campionato 1969-70, dove di testa anticipò il portiere Albertosi su un cross dalla destra. “Lì per lì – aveva detto a Sandro Ciotti – ho avuto paura di aver rovinato tutto. E Albertosi si è anche arrabbiato, cose di campo che passano subito. Il primo a incoraggiarmi è stato Nenè, poi Cera, Martiradonna e tutti gli altri”
Un nome indimenticabile: Comunardo
Il suo nome, Comunardo, era un omaggio alla passione familiare per la Comune di Parigi. Niccolai, nato a Uzzano, vicino a Pistoia, lasciò la sua terra per cercare fortuna in Sardegna, giocando prima nella Torres e poi nel Cagliari, appena approdato in serie A.
Esordì in Serie A il 1 maggio 1966, a diciannove anni, contro il Lanerossi Vicenza, segnando il suo primo gol due anni più tardi. Ma sono gli autogol a renderlo indimenticabile, come quello in cui dribblò il portiere Albertosi in un Bologna Cagliari 2-1, nel 1972.
Un addio commosso e un ricordo indelebile
Dopo il declino del Cagliari, Niccolai fu uno degli ultimi ad arrendersi, segnando un gol memorabile al Sant’Elia nel 1975 contro la Lazio, con lo scudetto sulla maglia. A fine carriera tornò in Toscana e intraprese una carriera da tecnico per le nazionali giovanili azzurre.
La sua scomparsa ha suscitato commozione nel mondo del calcio, con il presidente del Cagliari Tommaso Giulini che ha espresso il suo cordoglio sui social, ricordando “l’esempio dato dalla gentilezza e dallo stile di uno dei difensori più forti della nostra storia”. Anche i tifosi e i suoi ex compagni di squadra hanno espresso il loro dolore per la perdita di un uomo e di un calciatore indimenticabile.
Un personaggio iconico del calcio italiano
La figura di Comunardo Niccolai rappresenta un pezzo di storia del calcio italiano. Il suo nome è legato indissolubilmente al Cagliari dello scudetto, ma anche agli autogol che lo hanno reso un personaggio iconico, amato e ricordato da tutti gli appassionati di calcio. La sua scomparsa lascia un vuoto nel mondo del calcio, ma il suo ricordo rimarrà vivo nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di ammirarlo in campo.