Nuova linea dura di Panama contro i migranti irregolari
Il neo-presidente di Panama, José Raúl Mulino, ha annunciato una nuova politica migratoria rigida, dichiarando che il Paese “non sarà più un luogo di transito” per i migranti irregolari che attraversano il Darién, la giungla al confine con la Colombia, diretti verso gli Stati Uniti.
Durante la cerimonia di insediamento per il quinquennio 2024-2029, Mulino ha affermato che non tollererà la complicità locale nel traffico di migranti irregolari e ha ordinato alle forze di sicurezza di applicare la legge con rigore, pur rispettando i diritti umani.
Rimpatrio massiccio e richiesta di cooperazione con gli Stati Uniti
Mulino, eletto con il 34,23% dei voti lo scorso 5 maggio, ha proposto il rimpatrio massiccio dei migranti irregolari che attraversano il Darién, chiedendo agli Stati Uniti un accordo di cooperazione per finanziare questa operazione.
La rotta migratoria attraverso il Darién è considerata pericolosa e negli ultimi mesi ha visto un afflusso massiccio di migranti, principalmente venezuelani. Secondo l’Unicef, da gennaio quasi 200.000 persone hanno attraversato la giungla e si teme che il numero possa raggiungere gli 800.000 entro la fine dell’anno, un record storico.
Una sfida complessa per il nuovo governo
La promessa di Mulino di contrastare il flusso migratorio irregolare rappresenta una sfida complessa per il suo governo. La situazione migratoria al confine con la Colombia è un problema che richiede un approccio multiforme, considerando non solo la sicurezza nazionale, ma anche le implicazioni umanitarie e i diritti dei migranti. Sarà interessante osservare come il governo panamense intende attuare la sua politica migratoria e se riuscirà a raggiungere un accordo con gli Stati Uniti per il rimpatrio dei migranti.