La fuga dalla Rivoluzione Russa e una nuova vita a Firenze
Il romanzo L’Apolide di Alessandra Jatta riprende le vicende della famiglia Olsuvief, già introdotte nel suo precedente libro Foglie al vento. In questo nuovo capitolo, la matriarca Olga, insieme al marito e ai cinque figli, si ritrova a fuggire dalla Russia in seguito alla Rivoluzione e all’uccisione dello zar. Salgono su un cacciatorpediniere inglese, lasciandosi alle spalle tutto ciò che possedevano, con un dolore profondo per l’abbandono della Patria, un dolore “quasi fisico” come lo descrive la protagonista.
Dopo un lungo viaggio e numerose peripezie, la famiglia approda a Firenze, città cosmopolita e vibrante dei primi del Novecento, dove inizia una nuova vita. La città si presenta come un crogiolo di culture, dove si incontrano intellettuali inglesi, francesi e russi, un contesto che contribuisce a plasmare le esperienze della famiglia Olsuvief.
Un racconto corale con Olga al centro
Il romanzo, che si snoda nell’arco di venti anni, fino alla soglia della Seconda Guerra Mondiale, racconta la vita della famiglia a Firenze, tra le vacanze al Forte, gli incontri e le vacanze estive a Livorno, gli amori, i fidanzamenti e le nozze. È un racconto corale, ma con un baricentro ben definito: la figura di Olga, matriarca complessa e affascinante, descritta attraverso documenti e memorie di famiglia.
Jatta dipinge un ritratto di Olga, “una donna che non sorride mai e ha sempre vissuto al di sopra dei propri mezzi”, un personaggio che incarna il simbolo di un’epoca, con la sua passione per D’Annunzio, i suoi amori, la sua abitudine al fumo e al gioco d’azzardo, e il suo desiderio di governare le sorti della sua famiglia.
Un romanzo storico ricco di dettagli
‘L’Apolide’ si presenta come un romanzo storico che, grazie alla sua base documentale, riesce a restituire un quadro vivido e dettagliato dell’epoca, immergendo il lettore nelle atmosfere della Rivoluzione Russa e della vita fiorentina dei primi del ‘900. La scrittura di Jatta, basata su memorie di famiglia, conferisce al romanzo un’autenticità che lo rende particolarmente coinvolgente.