Un bambino muore in un pozzo artesiano
Un bambino di 10 anni è tragicamente morto dopo essere caduto in un pozzo artesiano nelle campagne di Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa. L’incidente è avvenuto ieri durante una visita a una fattoria didattica, prevista dal campo estivo organizzato dalla Fondazione Anffas ‘”Doniamo Sorrisi”‘, che coinvolgeva il bambino e un gruppo di ragazzi, alcuni dei quali disabili, accompagnati da sei educatori.
Secondo le prime ricostruzioni, il bambino sarebbe salito sulla copertura del pozzo, saltando e facendo cedere la botola, precipitando nel vuoto. Altre testimonianze, però, fornirebbero versioni diverse dell’accaduto, con alcuni testimoni che riferiscono un racconto diverso rispetto alla caduta accidentale.
Indagini in corso e iscrizioni nel registro degli indagati
La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, disponendo un’autopsia che sarà eseguita la prossima settimana. L’esame medico-legale permetterà di chiarire le cause della morte del bambino.
Nel registro degli indagati sono state iscritte sei persone: i sei educatori che accompagnavano il gruppo di ragazzi, il proprietario della struttura, Giuseppe Giardina, presidente della onlus, e una volontaria che si è calata nel pozzo per tentare di soccorrere il bambino. La Procura sta valutando la posizione della volontaria.
I Carabinieri, insieme alla Procuratrice di Siracusa Sabrina Gambino e al sostituto Davide Viscardi, hanno eseguito un sopralluogo sul luogo dell’incidente e hanno ascoltato i piccoli testimoni, amici della vittima, che hanno fornito versioni diverse dell’accaduto. La Procura intende interrogare anche due responsabili dell’associazione che non erano presenti al momento dell’incidente.
Verifiche sulla tempistica dei soccorsi e sulla sicurezza del pozzo
La Procura sta indagando sulla tempistica dei soccorsi, cercando di accertare chi fosse responsabile della sorveglianza dei bambini e se il pozzo fosse stato messo in sicurezza. Si sta cercando di verificare la veridicità del racconto di Salvatore La Rosa, un uomo che vive vicino al pozzo, secondo il quale il bambino avrebbe parlato con i suoi genitori dopo la caduta, chiedendo aiuto, e che le educatrici avrebbero tentato di salvarlo, con una di loro che si sarebbe calata nel pozzo a mani nude in attesa dei soccorsi, arrivati secondo il suo racconto dopo circa due ore.
Secondo il Dipartimento dei Vigili del Fuoco e del soccorso civile, i pompieri di Palazzolo Acreide sono giunti sul luogo dell’incidente in poco più di dieci minuti dalla chiamata di soccorso, calandosi immediatamente nel pozzo per recuperare la ragazza, ma purtroppo non riuscendo a salvare il bambino.
Il dolore della madre e il ricordo di Alfredino
La madre del bambino ha espresso il suo dolore in un post su Facebook, scrivendo: “Il mio cuore si è fermato insieme al tuo cuore in quel maledetto pozzo. Ti amo”. Il post ha ricevuto centinaia di commenti di cordoglio.
L’associazione Rampi, che custodisce la memoria di Alfredino Rampi, morto in un pozzo artesiano nel 1981, ha espresso la sua preoccupazione per la mancanza di misure preventive in situazioni simili. Daniele Biondo, già presidente del Centro Alfredo Rampi, ha dichiarato: “Assistiamo avviliti a queste tragedie che avvengono sempre a causa dell’incuria. Come fu per Alfredino, mancano misure corrette di prevenzione”.
Una tragedia che riporta alla memoria un passato doloroso
La morte del bambino nel pozzo artesiano riporta inevitabilmente alla memoria la tragedia di Alfredino Rampi, morto in circostanze simili nel 1981. Questo evento tragico dovrebbe servire come monito per implementare misure preventive più efficaci per evitare che si ripetano incidenti simili, soprattutto in luoghi potenzialmente pericolosi come i pozzi artesiani. È fondamentale garantire la sicurezza di questi siti, soprattutto quando si tratta di luoghi frequentati da bambini o persone non consapevoli dei rischi potenziali.