La richiesta di autonomia differenziata del Veneto
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha formalmente richiesto al Governo la riapertura delle trattative sull’autonomia differenziata, inviando una nota ufficiale in cui si chiede la ripresa dell’iter per il conseguimento di un’autonomia maggiore.
La richiesta si basa sulle nuove disposizioni vigenti e si inserisce nel contesto dell’articolo 4 della legge Calderoli, che prevede la possibilità di ottenere maggiore autonomia in determinate materie.
Le materie richieste
Secondo quanto previsto dalla legge Calderoli, la Regione Veneto ha avanzato richieste di maggiore autonomia in nove materie definite “non Lep”, ovvero:
- Organizzazione della giustizia di pace
- Rapporti internazionali e con l’Ue della Regione
- Commercio con l’estero
- Professioni
- Protezione civile
- Previdenza complementare e integrativa
- Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario
- Casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale
- Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale
Inoltre, nella lettera indirizzata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Zaia ha chiesto di includere, per un’analisi preliminare, anche alcune materie “Lep” che erano state oggetto di una pre-intesa nel 2018, tra cui:
- Politiche del lavoro
- Istruzione
- Salute
- Tutela dell’ambiente e dell’ecosistema
Considerazioni sull’autonomia differenziata
La richiesta di autonomia differenziata da parte del Veneto riapre il dibattito su un tema complesso e controverso. L’autonomia differenziata, se da un lato potrebbe permettere alle regioni di rispondere in modo più efficace alle esigenze specifiche dei propri territori, dall’altro potrebbe portare a disparità di trattamento tra le diverse regioni e a una frammentazione del sistema nazionale. Sarà interessante osservare come il Governo si confronterà con questa richiesta e quali saranno le future evoluzioni del processo di autonomia differenziata.