Un romanzo nato dalla pandemia
“Lucy davanti al mare”, pubblicato da Einaudi nella traduzione di Susanna Basso, è l’ultimo romanzo di Elizabeth Strout, autrice vincitrice del Premio Pulitzer nel 2009 per “Oliver Kitteridge”. Il libro racconta la vita sconvolta dall’arrivo del Covid-19, entrando nel cuore e nella mente di Lucy Burton, un personaggio indimenticabile.
La scrittrice ha spiegato all’ANSA che l’idea del romanzo è nata spontaneamente, subito dopo aver terminato “Oh William!”, romanzo in cui Lucy parla del suo primo marito William. La pandemia era appena iniziata e Strout, pur amando il finale di “Oh William!”, ha deciso di scrivere una storia a parte per approfondire la figura di Lucy e il suo modo di vivere l’evento storico.
“Quando ho capito che il Covid non sarebbe durato soltanto poche settimane ho colto l’occasione di vedere ancora, in quel momento, il mondo attraverso gli occhi, la mente e la testa di Lucy” ha dichiarato l’autrice, che dopo anni a New York è tornata a vivere nel Maine, sua terra natale.
Un’esperienza traumatica e un’occasione di riflessione
Secondo Strout, la scrittura di “Lucy davanti al mare” l’ha aiutata ad affrontare il trauma della pandemia: “Era talmente difficile e traumatico che, ripensandoci oggi, penso che questa fase della scrittura mi abbia aiutata a superarlo. Da molti punti di vista non ricordo nemmeno di averlo scritto questo libro. Cioè me lo ricordo e non me lo ricordo” ha ammesso.
Il romanzo si concentra sulla figura di Lucy, che vive la paura e la solitudine del mondo in lockdown, ma anche la forza dell’amore e della connessione umana. La scrittrice ha creato un personaggio ricco di immaginazione, che dialoga con una madre fantastica inventata, un rifugio per affrontare le proprie paure.
Il ritorno di Olive Kitteridge
Nel romanzo fa la sua comparsa anche Olive Kitteridge, un personaggio molto amato dai lettori di Strout. L’autrice ha spiegato che la presenza di Olive non è stata pianificata, ma è nata spontaneamente dalla consapevolezza che i due personaggi abitavano nella stessa zona e potevano quindi interagire.
“Non l’ho pianificata consapevolmente come cosa, ma ad un certo punto mi sono resa conto che in effetti c’era una connessione fra loro e quindi potevano interagire e Olive poteva ricomparire” ha spiegato Strout.
Autofiction e il futuro
Strout ha smentito categoricamente la presenza di autofiction nei suoi libri, affermando che i personaggi sono frutto della sua immaginazione e che lei non si identifica con loro. “Io invento i miei personaggi oppure mi arrivano, non so esattamente da dove. Sono per me molto reali, li percepisco come tali, li abito, ne scrivo ma io non sono Lucy, non sono Olive” ha dichiarato.
Riguardo al futuro, l’autrice ha espresso preoccupazione per lo stato del pianeta e ha annunciato di aver terminato un nuovo romanzo che uscirà a settembre 2024 negli Stati Uniti, in cui i personaggi dei suoi romanzi si ritrovano tutti insieme nel Maine. Inoltre, sta lavorando ad un nuovo progetto di cui non può ancora parlare.
Un’opera di grande sensibilità
“Lucy davanti al mare” si presenta come un romanzo di grande sensibilità, in cui Strout riesce a catturare l’angoscia e l’incertezza vissute da molte persone durante la pandemia. Attraverso la voce di Lucy, l’autrice ci offre uno spaccato intimo e profondo di un’esperienza universale, mostrando come l’amore, la paura e la solitudine possano coesistere e plasmare le nostre vite.