Conferma dell’ergastolo per Marco Gallo
La Corte d’assise d’Appello di Catanzaro, presieduta da Abigail Mellace, ha confermato la condanna all’ergastolo per Marco Gallo, ritenuto responsabile dell’omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso. L’omicidio è avvenuto la sera del 9 agosto 2026 a Lamezia Terme, nel giardino della residenza dell’avvocato, subito dopo che questi aveva parcheggiato la sua auto.
Riconoscimento dell’aggravante mafiosa
La Corte d’Appello, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore generale Luigi Maffia, ha riconosciuto l’aggravante mafiosa del delitto, un elemento che era stato escluso in primo grado dalla Corte d’assise di Catanzaro. Secondo l’accusa, l’omicidio sarebbe stato ordinato dalla cosca Scalise di Decollatura, di cui Marco Gallo sarebbe membro.
Movente del delitto: un avvocato scomodo
Secondo il pg Maffia, l’avvocato Pagliuso sarebbe stato considerato un nemico dalla cosca Scalise in quanto aveva preso la difesa del gruppo rivale dei Mezzatesta, ottenendo significativi successi processuali. L’attività legale di Pagliuso, secondo il pg, lo avrebbe reso un obiettivo, condannandolo di fatto a morte.
Precedente condanna per associazione mafiosa
Lo scorso 19 ottobre, il Tribunale di Lamezia Terme ha condannato Marco Gallo a 15 anni di reclusione per associazione mafiosa, confermando il suo legame con la cosca Scalise.
Un caso che evidenzia la pericolosità della criminalità organizzata
La sentenza conferma la gravità del crimine organizzato e il suo impatto devastante sulla società. L’omicidio dell’avvocato Pagliuso, un professionista che svolgeva il suo lavoro con dedizione, rappresenta un atto di barbarie che colpisce al cuore lo stato di diritto e la sicurezza dei cittadini. La conferma dell’aggravante mafiosa evidenzia come la criminalità organizzata non esiti a eliminare chiunque si frapponga tra i suoi piani, anche a costo di colpire professionisti che svolgono un ruolo fondamentale nella società.