Il peso della responsabilità e la genesi di ‘Io Capitano’
In una recente intervista all’ANSA, Matteo Garrone ha svelato le riflessioni che hanno accompagnato la realizzazione di “Io Capitano”, film vincitore di sette Nastri d’Argento 2024. Il regista ha ammesso di aver impiegato ben otto anni prima di affrontare il tema della migrazione, tormentato dal timore di cadere nella speculazione e di non essere all’altezza di raccontare una storia così delicata dal punto di vista di un “borghese occidentale bianco”. Garrone ha inizialmente pensato che fosse più giusto affidare la regia a un regista africano, ma poi ha deciso di realizzare il film, convinto dell’importanza di dare voce a questa storia.
Un film che umanizza i numeri e sfida l’indifferenza
Secondo Garrone, l’obiettivo di “Io Capitano” era quello di “umanizzare i numeri” che spesso ci troviamo a sentire nei notiziari, raccontando una parte del viaggio dei migranti che spesso rimane sconosciuta al grande pubblico. Nonostante la consapevolezza che la politica non sarebbe cambiata, Garrone ha voluto sorprendere gli spettatori con una storia che potesse toccare le loro emozioni.
La politica e l’uomo al centro della narrazione
Il regista ha riconosciuto l’inevitabile dimensione politica del tema trattato, ma ha sottolineato come il suo interesse principale sia sempre quello di mettere al centro l’uomo e i suoi conflitti. “Io Capitano” rappresenta per lui il film più popolare realizzato finora, la storia di un eroe che, a differenza di altri suoi lavori, è privo di ombre, un eroe che lotta per il diritto di viaggiare e per il diritto alla vita in un’Europa che si trasforma sempre di più in una “fortezza”.
L’impatto personale e la testimonianza di un viaggio
Garrone ha ammesso che la realtà raccontata nel film è stata addolcita rispetto alla realtà vera, poiché alcuni racconti di crudeltà erano quasi impossibili da mettere in scena senza rischiare di risultare inverosimili. Tuttavia, il regista ha sottolineato come il film lo abbia profondamente segnato, entrando in contatto con una cultura e una lingua a lui estranee, e restando colpito dalla grande capacità umana e dal coraggio di persone che lottano per diritti che dovrebbero essere scontati.
‘Io Capitano’ e la sfida del racconto
‘Io Capitano’ rappresenta un tentativo coraggioso di affrontare un tema complesso come la migrazione, evitando facili stereotipi e cercando di dare voce a un’esperienza umana universale. Il film, pur addolcendo alcune realtà, riesce a trasmettere la forza e la dignità di chi rischia la vita per un futuro migliore, sollevando interrogativi sull’Europa e sul suo ruolo nel mondo.