La critica di Emma Marrazzo alla patente a punti
Emma Marrazzo, madre di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni morta in un incidente sul lavoro a Montemurlo (Prato) il 3 maggio 2021, ha espresso un forte dissenso nei confronti della proposta di patente a punti per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Durante la presentazione di uno studio della Uil sugli incidenti e morti sul lavoro a Roma, Marrazzo ha dichiarato: “Con la patente a punti non ci siamo, la ministra Calderone dovrebbe venire a casa mia”, per “vedere cosa si prova”.
La donna ha spiegato che la gente prova a immaginare la sua situazione, ma che “l’immaginazione della realtà è lontana anni luce”. Ha sottolineato come la perdita di una figlia sia una ferita profonda e che “c’è quella porta lì che sai non si aprirà più”. Marrazzo ha ricordato che il 30 giugno sarà il compleanno di Luana.
La posizione della Uil sulla patente a crediti
Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha commentato la proposta di patente a crediti per la sicurezza sul lavoro affermando che potrebbe essere applicata “alla fine del percorso giudiziario”, ma che “oggi abbiamo dato un’idea di che cosa significa, significa mai”.
Bombardieri ha definito la proposta una “vergogna”, non solo per il mancato rispetto della vita umana, ma anche per la giustizia nei confronti delle famiglie che hanno subito una perdita. Ha sottolineato come il caso di Luana D’Orazio sia emblematico, con una multa di 10.000 euro per la manomissione dei dispositivi di sicurezza che hanno causato la sua morte, paragonandola ai 20 punti della patente a crediti.
La patente a punti: un deterrente efficace?
La proposta di patente a punti per la sicurezza sul lavoro è un tema controverso. Da un lato, potrebbe rappresentare un deterrente per le aziende che non rispettano le norme di sicurezza, spingendole a investire maggiormente nella prevenzione degli incidenti. Dall’altro lato, come sottolineato da Emma Marrazzo e dal segretario della Uil, il valore simbolico di un sistema a punti potrebbe apparire sproporzionato rispetto al valore della vita umana, rischiando di banalizzare la tragedia di incidenti mortali sul lavoro.