Le parole del fratello dell’indagato
“E’ pur sempre mio fratello, gli vorrò sempre bene però paghi il giusto per quello che ha fatto. Ha bisogno di fare gli anni negli istituti dove può essere aiutato. Non chiediamo sconti, crediamo nella giustizia”, queste le parole del fratello di uno dei due indagati per l’omicidio di Thomas Luciani, rilasciate al Tg1.
Il fratello ha espresso un profondo dolore per la tragedia, sottolineando che “ora devo fare i conti con la ferocia e l’indifferenza di cui parlano le indagini. Io ho pianto per Thomas, a me e alla mia famiglia dispiace innanzitutto per Thomas perché lui non c’è più. Da domenica sto vivendo l’inferno. Mio fratello è accusato di questo massacro e se ha sbagliato dovrà pagare”.
Un dolore condiviso
Le parole del fratello dell’indagato evidenziano il dolore e la confusione che stanno vivendo lui e la sua famiglia in seguito all’arresto del fratello. Nonostante l’accusa gravissima, l’uomo ha espresso un forte legame familiare, chiedendo giustizia ma anche un percorso di recupero per il fratello all’interno del sistema carcerario.
L’uomo ha espresso un profondo senso di compassione per la vittima, sottolineando il dolore provato per la perdita di Thomas Luciani. La frase “Da domenica sto vivendo l’inferno” rivela la profonda angoscia e il peso che sta portando sulle spalle in seguito all’accaduto.
Un dramma familiare e sociale
Questa vicenda evidenzia il dramma che coinvolge non solo le vittime e i loro cari, ma anche le famiglie degli indagati. Le parole del fratello dell’indagato mostrano la complessità di un evento tragico che ha ripercussioni profonde su più livelli, sia personali che sociali. La richiesta di giustizia e di aiuto per il fratello evidenzia la necessità di un sistema giudiziario che non solo punisca, ma che si preoccupi anche del recupero e della riabilitazione dei condannati.