Patteggiamento per i presunti complici della fuga di Uss
Il caso di Artem Uss, imprenditore russo figlio dell’ex governatore di una regione siberiana vicino a Vladimir Putin, che era stato arrestato in Italia con l’accusa di evasione fiscale e doveva essere estradato negli Stati Uniti, continua a tenere banco. Oggi, davanti alla gip di Milano Anna Calabi, si è celebrato il patteggiamento per Vladimir Jovancic, 51 anni, e suo figlio Boris, 26 anni, entrambi accusati di “procurata evasione aggravata dalla transnazionalità” per aver aiutato Uss a fuggire dall’Italia mentre era ai domiciliari a Basiglio, nel Milanese.
Vladimir Jovancic, soprannominato “Vlado il vecchio”, ha patteggiato una pena di 3 anni e la sua misura cautelare è stata modificata dagli arresti domiciliari al carcere. Boris Jovancic, già ai domiciliari, ha invece patteggiato 2 anni con pena sospesa e la sua misura cautelare è stata revocata.
Il ruolo dei Jovancic nell’indagine
Secondo la sentenza di patteggiamento, che ha ratificato l’accordo tra accusa e difesa, i due imputati hanno fornito un contributo significativo alle indagini, coordinate dal pm Giovanni Tarzia e condotte dal Nucleo investigativo dei carabinieri. In particolare, Vladimir Jovancic avrebbe reso interrogatori e dichiarazioni che, insieme ad altri elementi, hanno portato all’arresto, poco più di dieci giorni fa, di Dmitry Chirakadze, 54 anni, residente in Svizzera. Chirakadze, aristocratico con legami con funzionari e oligarchi di Mosca, è sospettato di essere stato il “coordinatore” del piano di “esfiltrazione” di Uss.
Un tassello importante nell’indagine
Il patteggiamento dei Jovancic rappresenta un tassello importante nell’indagine sulla fuga di Artem Uss. Le loro dichiarazioni potrebbero fornire informazioni cruciali per ricostruire i dettagli del piano di fuga e identificare eventuali altri complici. Resta da capire quale sarà il destino di Dmitry Chirakadze, che dovrà affrontare il processo per il suo presunto ruolo nel caso.