L’impatto economico dell’occupazione israeliana sulla Cisgiordania

L’occupazione israeliana della Cisgiordania sta causando danni ingenti all’economia palestinese, con una perdita di miliardi di dollari ogni anno. Secondo un rapporto pubblicato da Oxfam e da una coalizione di organizzazioni umanitarie, la povertà è aumentata drasticamente, passando dal 12% al 28% negli ultimi due anni. Il tasso di disoccupazione è raddoppiato da ottobre 2023, raggiungendo il 35%. Questi dati allarmanti evidenziano una crisi umanitaria in peggioramento, alimentata da espropri di terreni, demolizioni di case e sfollamenti forzati.

Espansione degli insediamenti e frammentazione territoriale

Dall’occupazione della Cisgiordania nel 1967, Israele ha espropriato circa 2.000 chilometri quadrati di territorio per la costruzione e l’espansione degli insediamenti. Questa espansione ha subito un’accelerazione negli ultimi quattro anni, culminando con l’approvazione di un piano per la costruzione di 3.400 nuove unità abitative. Questo piano mira a collegare Gerusalemme Est all’insediamento di Ma’ale Adumim, interrompendo la continuità territoriale tra la Cisgiordania settentrionale e meridionale e ostacolando la libera circolazione dei palestinesi.

La campagna ‘Stop al commercio con gli insediamenti illegali’

Oxfam e le altre organizzazioni lanciano la campagna “Stop al commercio con gli insediamenti illegali”, chiedendo all’Italia, all’Unione Europea e al Regno Unito di adottare misure concrete per vietare gli scambi commerciali con gli insediamenti dei coloni israeliani in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. Queste organizzazioni denunciano come i governi e le imprese europee continuino ad alimentare questa situazione attraverso il commercio e gli investimenti con gli insediamenti, che sono illegali secondo il diritto internazionale.

La risposta di Israele alle richieste internazionali

A un anno dal voto dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha chiesto a Israele di porre fine all’occupazione illegale entro settembre 2025 e di ritirarsi dai Territori Occupati Palestinesi, la risposta di Israele è stata l’ulteriore espansione degli insediamenti. Questa risposta, in totale sfregio alla comunità internazionale, aggrava ulteriormente la crisi umanitaria e mina la possibilità di una soluzione pacifica del conflitto.

Un appello alla responsabilità internazionale

La situazione in Cisgiordania è insostenibile e richiede un’azione immediata da parte della comunità internazionale. È fondamentale che l’Unione Europea e il Regno Unito prendano una posizione ferma contro l’espansione degli insediamenti e pongano fine al commercio con essi. Solo così si potrà contribuire a proteggere i diritti umani e i mezzi di sussistenza della popolazione palestinese, e a creare le condizioni per una pace giusta e duratura nella regione.

Di atlante

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