Camilleri, un gigante letterario amato e… a volte incompreso
Il 6 settembre segna il centenario della nascita di Andrea Camilleri, uno degli scrittori più amati d’Italia. Tuttavia, una ricerca condotta da Excellera Intelligence per Amazon Audible, intitolata ‘Gli italiani e il dialetto nel centenario di Camilleri’, svela un rapporto complesso con la sua opera. Se da un lato l’85% degli italiani dichiara di conoscere il ‘papà di Montalbano’, dall’altro, sette su dieci ammettono di aver incontrato difficoltà nel comprendere il suo linguaggio, un affascinante intreccio tra italiano e siciliano rielaborato con creatività e suggestioni.
Popolarità mediatica vs. conoscenza letteraria
La popolarità di Camilleri è in gran parte dovuta alle serie TV e ai film (62%), che hanno portato il personaggio di Montalbano nelle case di milioni di italiani. Tuttavia, la conoscenza delle sue opere letterarie si ferma al 40%. Nonostante questa disparità, quando si chiede di citare un importante autore dialettale, Camilleri si piazza subito dopo Trilussa, superando persino Eduardo De Filippo, un gigante del teatro napoletano.
L’ascolto come chiave di volta
La difficoltà di comprensione del siciliano camilleriano potrebbe trovare una soluzione nell’ascolto. I partecipanti alla ricerca che hanno avuto difficoltà con la lingua dello scrittore ritengono che ascoltare le sue opere in formato audiolibro potrebbe facilitare la comprensione. Chiudere gli occhi e affidarsi all’orecchio per lasciarsi trasportare dalla musicalità della lingua, un’esperienza quasi sensoriale che permette di cogliere le sfumature e le emozioni celate dietro le parole.
Il dialetto, lingua degli affetti e dell’identità
Come affermava lo stesso Camilleri, il dialetto è “la lingua degli affetti, un fatto confidenziale, intimo, familiare”. La ricerca conferma questa affermazione: oltre la metà degli intervistati utilizza il dialetto in famiglia (55%) e con gli amici (49%), per esprimere emozioni e sentimenti che l’italiano fatica a rendere. Il dialetto è anche uno strumento per fare battute (40%) ed esprimere emozioni intense (34%).
Il dialetto è una lingua visiva, le cui parole rappresentano immagini fantasiose e sono spesso associate a gesti, espressioni e smorfie – anche per questo spesso li usiamo per scherzare
Un patrimonio a rischio?
Nonostante il suo valore, il dialetto rischia di scomparire, soprattutto nelle grandi città. A questo si aggiunge lo stigma che ancora grava sui dialetti del Sud, percepiti come lingue “volgari” o dell’ignoranza. Tuttavia, la ricerca rivela un forte desiderio di recupero: il 67% degli intervistati vorrebbe che il dialetto venisse riscoperto nelle conversazioni quotidiane e il 54% ne auspica l’insegnamento nelle scuole. Un dato significativo: gli italiani si sentono più competenti nel dialetto della propria zona (6,3) che nell’inglese (5,6).
Un invito alla riscoperta
Il centenario di Camilleri ci offre l’occasione per riflettere sul valore del dialetto come patrimonio culturale e linguistico. Nonostante le difficoltà di comprensione, il suo linguaggio unico continua ad affascinare e a suscitare emozioni. L’ascolto delle sue opere in audiolibro potrebbe essere una chiave per superare le barriere linguistiche e immergersi completamente nel suo mondo. Allo stesso tempo, è fondamentale promuovere la riscoperta e la valorizzazione dei dialetti, affinché non vadano perduti e continuino a essere tramandati alle future generazioni.
