Meloni critica l’accordo sui vertici Ue
La premier Giorgia Meloni ha espresso forti critiche all’accordo raggiunto tra tre forze politiche per la distribuzione dei vertici Ue, durante la sua replica alla Camera dopo le comunicazioni in vista del Consiglio europeo.
Secondo Meloni, l’accordo non sarebbe democratico in quanto non rispecchierebbe la reale distribuzione dei seggi in Parlamento europeo. La premier ha evidenziato come il Partito Popolare Europeo (PPE) sia il primo partito, i socialisti il secondo, ma ha contestato l’inclusione dei liberali come terzo gruppo, sostenendo che tale posizione spetterebbe invece ai conservatori.
L’accusa di Meloni: un accordo non democratico
Meloni ha sottolineato che l’accordo, secondo la collega Madia, si baserebbe sul principio democratico di assegnazione dei ruoli di vertice in base al peso dei gruppi politici. Tuttavia, la premier ha ribattuto che questo meccanismo non sarebbe più valido, poiché il terzo gruppo non rispecchierebbe la realtà politica, essendo stati esclusi i conservatori.
La premier ha implicitamente affermato che storicamente la definizione dei ruoli di vertice si basava sui gruppi più importanti, ma oggi questa logica sarebbe stata abbandonata a favore di una scelta che esclude un gruppo non gradito a chi ha preso la decisione.
Considerazioni sull’accordo sui vertici Ue
Le dichiarazioni di Meloni sollevano un dibattito interessante sulla rappresentatività democratica nell’assegnazione dei ruoli di vertice nell’Unione Europea. L’accordo, pur basandosi su un criterio apparentemente democratico come la forza dei gruppi politici, potrebbe effettivamente non riflettere la reale volontà dei cittadini, soprattutto se si considera l’esclusione di un gruppo politico come quello dei conservatori. Sarà interessante osservare come si svilupperà la discussione su questo tema, soprattutto in vista del prossimo Consiglio europeo.