Un raid mortale e due versioni contrastanti
Secondo le Forze di difesa israeliane (Idf), un raid aereo con droni condotto ieri nella città di Gaza ha portato alla morte di un membro della Jihad islamica, identificato come Fadi Jihad Muhammad al-Wadiya. Le Idf sostengono che l’uomo fosse coinvolto nello sviluppo di sistemi missilistici per i miliziani islamisti.
Tuttavia, Medici senza frontiere (Msf) ha rilasciato una dichiarazione contraddittoria, affermando che al-Wadiya era un fisioterapista che lavorava per l’organizzazione umanitaria dal 2018. Msf ha pubblicato una foto di al-Wadiya in camice, specificando che l’uomo è stato ucciso insieme ad altre cinque persone, tra cui tre bambini, mentre si stava recando in bicicletta alla clinica dove lavorava.
La posizione di Msf e le accuse di sfruttamento dei civili
In un post sul suo account X, Msf ha espresso indignazione e condanna per l’uccisione del suo collega, sottolineando che si tratta della sesta uccisione di un membro dello staff di Msf a Gaza dal 7 ottobre 2023.
Le Idf hanno replicato al post di Msf su X, accusando l’organizzazione umanitaria di non aver verificato adeguatamente l’identità del proprio personale. Le forze armate israeliane hanno definito al-Wadiya un “importante terrorista della Jihad islamica” che avrebbe contribuito al sistema missilistico dell’organizzazione e messo in pericolo la vita dei civili, sostenendo che a Gaza i terroristi si servono della popolazione civile come scudi umani.
La complessità del conflitto e la difficoltà di verifica
L’incidente evidenzia la complessità del conflitto israelo-palestinese e la difficoltà di verificare in modo indipendente le informazioni provenienti da entrambe le parti. La mancanza di accesso indipendente alla zona e le narrazioni contrastanti rendono difficile determinare la verità dei fatti. È fondamentale che le informazioni siano verificate con attenzione e che si rispetti il diritto internazionale umanitario, in particolare la protezione dei civili e del personale medico.