Un secolo di storia italiana al Tour de France
Il Tour de France, uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo, si appresta a regalare all’Italia un omaggio speciale con la partenza da Firenze e tappe a Rimini, Bologna e Torino. Questa edizione, infatti, celebra un legame profondo e duraturo tra l’Italia e la corsa a tappe più famosa al mondo, un’histoire d’amour lunga un secolo, come raccontano Gianni Marchesini e Carlo Fontanelli nel libro “L’Italia nella storia del Tour, i magnifici 7 in giallo”.
Esattamente cento anni fa, nel 1924, un italiano, Ottavio Bottecchia, conquistò per la prima volta la maglia gialla. Il veneto, soprannominato “Botescià” in Francia, si era distinto come esploratore durante la Prima Guerra Mondiale e aveva scoperto di avere un talento innato per il ciclismo. La sua vittoria fu bissata nel 1925, prima di una tragica morte nel 1927 in circostanze mai del tutto chiarite.
L’epopea di Bartali e Coppi e il dopoguerra
Il secondo dopoguerra fu caratterizzato dall’epopea di due grandi campioni: Gino Bartali e Fausto Coppi. Entrambi vinsero due volte la maglia gialla, alimentando una rivalità che divise l’Italia, ma unì il paese nella passione per il ciclismo. L’immagine dello scambio della borraccia sul Galibier tra i due campioni è diventata un’icona dello sport.
La vittoria di Bartali nel 1948 è legata anche all’impresa di Briancon, con cui ribaltò la classifica in una situazione critica. La vittoria arrivò il giorno dopo l’attentato a Togliatti e si dice che abbia contribuito a riportare un po’ di serenità in un’Italia attraversata da tensioni politiche.
I trionfi degli anni sessanta e il mito di Pantani
Gli anni sessanta videro il trionfo di Gastone Nencini, “il leone del Mugello”, nel 1960, famoso per la sua abilità in discesa, e di Felice Gimondi nel 1965, un fuoriclasse che avrebbe potuto ottenere risultati ancora più importanti se non avesse incrociato la strada del Cannibale Eddy Merckx.
Dopo un lungo digiuno, negli anni novanta, un giovane ciclista senza capelli di Cesenatico, Marco Pantani, riaccese la passione italiana per il Tour con le sue straordinarie scalate che mettevano in difficoltà persino Miguel Indurain. Nel 1998, Pantani fu l’ultimo italiano a vincere la doppietta Giro-Tour, un’impresa che quest’anno proverà a replicare Tadej Pogačar.
L’ultimo trionfo italiano e un’eredità di campioni
L’ultimo trionfo italiano al Tour de France risale al 2014, con Vincenzo Nibali, “lo Squalo dello Stretto”, che dominò l’edizione partita dall’Inghilterra, imponendosi sulle pietre di Roubaix e sulle salite delle Alpi e dei Pirenei.
La storia d’amore tra l’Italia e il Tour de France è però fatta anche di tanti altri protagonisti, come i velocisti Raffaele Di Paco, Mario Cipollini e Alessandro Petacchi, o di corridori che si sono avvicinati alla vittoria come Learco Guerra, Gianni Bugno, Claudio Chiappucci e Ivan Basso. E poi ci sono gli eroi di un giorno, che grazie al Tour hanno conquistato un posto nel cuore dei tifosi, e campioni sfortunati come Fabio Casartelli, tragicamente scomparso sulle strade del Tour.
Un legame indissolubile
Il Tour de France 2024 con la partenza da Firenze rappresenta un momento importante per celebrare il legame profondo e storico tra l’Italia e la corsa a tappe francese. L’eredità di campioni italiani che hanno scritto pagine memorabili del Tour testimonia la passione e la dedizione degli italiani per questo sport, contribuendo a rendere la Grande Boucle un evento globale amato in ogni angolo del pianeta.