Un capolavoro con una storia travagliata
Il Reliquiario di Montalto rappresenta un vero e proprio scrigno di storia e di arte, la cui storia si intreccia con quella di importanti figure storiche e dinastie europee. Le sue origini risalgono alla corte di Carlo V di Francia, al quale si presume sia stata commissionata la realizzazione dei magnifici smalti a tutto tondo su oro (en ronde-bosse). Nel 1439 il Reliquiario compare nell’inventario dell’eredità di Federico IV d’Asburgo, per poi passare nelle mani di Leonello d’Este nel 1450 e del cardinale Pietro Barbo nel 1457, quest’ultimo divenuto papa Paolo II dal 1464 al 1471.
Il Reliquiario subì modifiche significative sotto la proprietà di Barbo, che lo inserì in una struttura monumentale in argento dorato di straordinaria qualità. Nel 1587, papa Sisto V, originario di Montalto nelle Marche, prelevò il prezioso oggetto dal Tesoro Vaticano e lo donò alla sua “patria carissima”, dove è rimasto conservato fino ad oggi.
Un ritorno a casa con un nome che evoca un territorio
Nonostante sia stato donato alla città di Montalto, il Reliquiario porta con sé il nome del luogo che lo ha ospitato per secoli, diventando noto nella letteratura come “Il Reliquiario di Montalto”. Questo nome richiama il territorio piceno, la sua storia e la sua fede, tanto che è nata una rete di musei, i “Musei Sistini del Piceno”, che hanno come fulcro proprio il Reliquiario e la sua tutela.
Dettagli artistici e restauri
Secondo l’Opificio delle Pietre Dure, che ha curato il restauro del Reliquiario, la tavola superiore, probabilmente corrispondente al reliquiario originale di Carlo V, è realizzata in lamina d’argento dorato e ospita elementi in lamina d’oro smaltato en ronde-bosse. Due statuette di angeli inginocchiati, in lamina d’argento dorato, decorano il lato superiore della tavola.
Il Reliquiario, originariamente pensato per essere appeso con catene nell’Oratorio della Cappellina del re al Louvre, subì modifiche durante la proprietà di Barbo, con l’aggiunta di elementi fitomorfi e un medaglione in oro smaltato e niellato con cammeo in calcedonio. La parte inferiore della tavola venne modificata per poter essere fissata alla base in argento dorato e pietre preziose, mentre la lastra posteriore venne sostituita con una nuova, raffigurante un candelabro e lo stemma Barbo in argento niellato.
Un patrimonio culturale di valore inestimabile
Il Reliquiario di Montalto rappresenta un patrimonio culturale di valore inestimabile, non solo per la sua bellezza artistica ma anche per la sua storia travagliata che lo ha visto protagonista di vicende legate a personaggi di spicco e dinastie europee. La sua esposizione nei Musei Vaticani rappresenta un’occasione unica per ammirare un capolavoro che testimonia la maestria degli artigiani del passato e il fascino delle corti europee.