Condizioni per l’incontro Zelensky-Putin
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha posto delle precise condizioni per un possibile incontro con il presidente russo Vladimir Putin. Secondo quanto dichiarato da Zelensky, tale incontro potrà avvenire solo dopo che sarà stato raggiunto un accordo sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Zelensky ha espresso la volontà di raggiungere un’intesa sull’architettura di queste garanzie entro un periodo di 7-10 giorni. L’obiettivo finale, ha sottolineato, è quello di organizzare un incontro trilaterale che coinvolga anche il presidente degli Stati Uniti, ipotizzando un ruolo attivo degli USA nel processo di pace.
Esclusione della Cina come garante
Zelensky ha espresso una netta opposizione al coinvolgimento della Cina come garante della sicurezza dell’Ucraina nell’ambito di un eventuale accordo di pace. Questa posizione è motivata dal presunto sostegno fornito da Pechino a Mosca. Il presidente ucraino ha specificato che la Cina non ha fornito assistenza per fermare la guerra fin dall’inizio e ha accusato Pechino di aver aiutato la Russia aprendo il proprio mercato dei droni. Zelensky ha concluso affermando che l’Ucraina non ha bisogno di garanti che non hanno offerto il loro aiuto nel momento del bisogno.
Possibili sedi per l’incontro
Per quanto riguarda la sede di un possibile incontro con Putin, Zelensky si è detto favorevole a diverse opzioni. Tra queste, ha menzionato la Svizzera, l’Austria e la Turchia. Quest’ultima è stata indicata come un’opzione valida in quanto paese membro della NATO e parte dell’Europa. La scelta della sede, quindi, sembra orientata verso paesi che possano garantire neutralità o, nel caso della Turchia, un coinvolgimento in linea con gli interessi occidentali.
Valutazioni sulla strategia di Zelensky
La posizione di Zelensky sembra dettata dalla volontà di negoziare da una posizione di forza, cercando di ottenere garanzie concrete per la sicurezza del suo paese prima di sedersi al tavolo con Putin. L’esclusione della Cina riflette una crescente diffidenza verso Pechino, accusata di sostenere indirettamente la Russia nel conflitto. La scelta di sedi come Svizzera, Austria e Turchia indica un tentativo di coinvolgere attori internazionali che possano favorire un dialogo costruttivo e, al contempo, tutelare gli interessi dell’Ucraina.
