Nordio: il sovraffollamento carcerario è un problema cronico
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha riconosciuto il problema del sovraffollamento carcerario, definendolo come il risultato di una “sedimentazione pluridecennale” e quindi non di facile soluzione immediata. Le sue dichiarazioni sono state rilasciate durante la partecipazione da remoto alla manifestazione Taobuk di Taormina.
Nessun indulto, ma pene alternative e rimpatri
Nordio ha escluso l’ipotesi di un indulto, definendolo una “resa dello Stato”. Ha invece espresso la sua preferenza per l’applicazione di pene alternative, come forme di espiazione della pena in comunità, soprattutto nel caso di tossicodipendenti, considerati “ammalati più che criminali”. Il ministro ha inoltre sottolineato che gli stranieri rappresentano circa la metà dei detenuti, suggerendo che un’eventuale sconto della pena nei loro Paesi di origine potrebbe contribuire a ridurre il sovraffollamento delle carceri italiane.
Considerazioni sul sovraffollamento carcerario
Le dichiarazioni di Nordio evidenziano la complessità del problema del sovraffollamento carcerario, che richiede soluzioni strutturali e non solo misure immediate. L’idea di pene alternative e di rimpatrio dei detenuti stranieri solleva questioni delicate, come l’effettiva efficacia di tali misure e la compatibilità con i diritti dei detenuti. Sarebbe interessante approfondire le possibili misure alternative alla detenzione, come l’inserimento lavorativo e sociale, e le condizioni di detenzione nei Paesi di origine dei detenuti stranieri.