Le confessioni di Filippo Turetta
Secondo quanto riportato dalla trasmissione Quarto Grado di Rete4, Filippo Turetta, il giovane accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, ha rilasciato una confessione agghiacciante durante l’interrogatorio con il pm. Nel verbale, Turetta ha ammesso di aver colpito la vittima con un coltello “una decina, dodici, tredici volte”, mirando al collo, alle spalle, alla testa, alla faccia e alle braccia.
Il giovane ha descritto l’attacco con macabra precisione, affermando che Giulia Cecchettin era rivolta verso l’alto e si proteggeva con le braccia dai colpi. L’ultima coltellata, ha raccontato Turetta, è stata inferta all’occhio della vittima, ormai priva di vita.
Dopo l’omicidio, Turetta ha caricato il corpo di Giulia Cecchettin sui sedili posteriori della sua auto e si è allontanato dal luogo del delitto.
Un delitto brutale
Le dichiarazioni di Turetta delineano un quadro agghiacciante di un delitto brutale e premeditato. Il numero di coltellate inferte alla vittima, insieme alla precisione con cui Turetta ha descritto l’attacco, suggeriscono un’intenzione omicida precisa e un’estrema freddezza da parte dell’assassino.
La scelta di colpire la vittima in punti vitali come il collo, la testa e la faccia, nonché l’ultima coltellata all’occhio, indicano un atto di violenza gratuita e spietata, che ha probabilmente causato sofferenze indicibili alla vittima.
Un caso che scuote
Il caso dell’omicidio di Giulia Cecchettin è un evento tragico che scuote l’opinione pubblica. La brutalità del delitto e la confessione agghiacciante di Turetta suscitano sgomento e dolore. È fondamentale attendere l’evolversi delle indagini per comprendere appieno le dinamiche del delitto e le motivazioni che hanno spinto Turetta ad agire in questo modo. La giustizia dovrà fare il suo corso, garantendo che la verità venga alla luce e che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni.