L’appello di Maduro al ritorno degli emigrati
Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha rivolto un appello ai milioni di venezuelani emigrati negli ultimi anni, invitandoli a fare ritorno nel loro Paese. Durante un evento a Caracas, trasmesso sulla televisione di Stato VTV, Maduro ha affermato che il Venezuela sta attraversando un periodo di ripresa dopo un periodo difficile e che il Paese è pronto a “sbalordire il Sudamerica” con crescita, prosperità e benessere.
“Abbiamo attraversato un periodo difficile, è stato duro ma stiamo già recuperando. Per questo chiedo a tutti quei venezuelani, ovunque si trovino, a tornare”, ha dichiarato il capo di stato, in vista delle elezioni presidenziali del 28 luglio, per le quali si candida per un secondo mandato.
L’esodo venezuelano e le restrizioni al voto
Secondo l’agenzia regionale per i rifugiati e i migranti del Venezuela (R4V), l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e l’Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), dal 2013 oltre 7,7 milioni di venezuelani hanno lasciato il Paese a causa della crisi economica, politica e sociale.
Tuttavia, solo 69.211 venezuelani all’estero potranno esercitare il diritto di voto alle prossime elezioni presidenziali. Infatti, le autorità venezuelane richiedono un visto di soggiorno permanente nel Paese di rifugio per l’iscrizione nelle liste elettorali.
L’invito di Maduro: un segnale di speranza o una mossa politica?
L’invito di Maduro al ritorno degli emigrati potrebbe essere interpretato come un segnale di speranza per il futuro del Venezuela, con il presidente che promette un Paese in ripresa. Tuttavia, è importante considerare il contesto politico e le condizioni attuali del Paese. L’esodo di massa degli ultimi anni è stato causato da una profonda crisi economica e sociale, e non è chiaro se le condizioni siano realmente migliorate al punto da indurre un ritorno di massa. Potrebbe trattarsi anche di una mossa politica per aumentare il consenso interno in vista delle elezioni presidenziali.