La scomparsa di un grande musicologo
Si è spento ieri a Ferrara, all’età di 89 anni, Adriano Cavicchi, storico critico musicale del quotidiano bolognese il Resto del Carlino. Nato a Poggio Renatico nel 1934, avrebbe compiuto 90 anni il prossimo 26 giugno. I funerali si svolgeranno nella chiesa di Santa Francesca Romana a Ferrara, martedì 25 giugno alle 15. La cerimonia sarà accompagnata dalle musiche di Luzzasco Luzzaschi e Girolamo Frescobaldi eseguite da Francesco Tasini sull’organo di Giovanni Andrea Fedrigotti del 1657, due autori che il musicologo ha contribuito a far conoscere attraverso le sue numerose pubblicazioni.
Una vita dedicata alla musica
Dopo essersi formato nel Conservatorio della sua città, dove ha studiato violino, armonia e composizione, Cavicchi si è dedicato alla musicologia, concentrando i suoi studi sulla musica vocale e strumentale ferrarese del Cinque e del Seicento. Nel 1968 è stato nominato vicepresidente della Società Italiana di Musicologia e l’anno dopo ha intrapreso la carriera di docente, insegnando Storia della musica ed estetica musicale al Conservatorio Marcello di Venezia e, dal 1970 al 1999, al Conservatorio Giovanni Battista Martini di Bologna.Dal 1973 fino al 2010 è stato critico musicale per Il Resto del Carlino, scrivendo di concerti da camera e sinfonici, ma soprattutto di opere liriche. Le sue recensioni, rilette oggi, costituiscono una vera e propria storia del Teatro musicale.
Collaborazioni e direzione d’opera
Cavicchi ha collaborato ad esecuzioni musicali con criteri di prassi esecutiva in teatri ed enti musicali di prestigio, tra cui il Rossini Opera Festival di Pesaro, il Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro Regio di Torino, La Scala di Milano e i teatri Comunali di Bologna, Modena, Reggio nell’Emilia e Parma. Nel Teatro Farnese di Parma, nel 2002, ha diretto l’opera di Domenico Gabrielli, Flavio Cuniberto.
Un’eredità importante
La sua autorevolezza come musicologo gli è valsa un posto nella celeberrima Garzantina della musica e nel prestigioso New Grove Dictionary of Music and Musicians. La sua scomparsa lascia un vuoto nel mondo della musicologia e della critica musicale, ma la sua eredità di studi e di passione per la musica continuerà a vivere attraverso le sue pubblicazioni e il ricordo di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di lavorare al suo fianco.
Un’eredità di studi e passione
La scomparsa di Adriano Cavicchi rappresenta una perdita significativa per il mondo della musicologia. La sua dedizione allo studio della musica ferrarese del Cinque e del Seicento, un periodo storico spesso trascurato, ha contribuito a far conoscere autori e opere che altrimenti sarebbero rimasti nell’ombra. La sua attività di critico musicale, durata oltre trent’anni, ha offerto al pubblico un punto di riferimento autorevole e competente, contribuendo a formare il gusto musicale di diverse generazioni.