Nuovo stallo nella vicenda Regeni: l’Egitto blocca la cooperazione giudiziaria
Un nuovo ostacolo si presenta nel processo per la morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano scomparso al Cairo nel 2016. Le autorità egiziane hanno comunicato all’Italia l’impossibilità di eseguire le richieste di assistenza giudiziaria, bloccando di fatto l’ascolto di quattro testimoni chiave nell’udienza a carico di quattro presunti 007 egiziani.
La notizia è emersa durante l’udienza tenutasi nei giorni scorsi a Roma, dove la Farnesina ha trasmesso ai pm una nota della Procura Generale d’Egitto. Secondo il documento, l’Egitto si è dichiarato “impossibile” ad eseguire le richieste di assistenza giudiziaria per l’ascolto dei testimoni, tra cui il sindacalista Said Abdallah, la coordinatrice di un Centro per i diritti economici e sociali, Hoda Kamel Hussein, e Rabab Ai-Mahdi, tutor di Regeni al Cairo.
La richiesta del procuratore e le reazioni al blocco
Di fronte a questo nuovo stop da parte delle autorità egiziane, il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco ha chiesto alla Corte d’Assise di poter acquisire le testimonianze dei testi “assenti” raccolte nel corso delle indagini. “Siamo in presenza di testi che non hanno scelto liberamente di non essere qui. Le abbiamo tentate tutte per portare i testi qui”, ha dichiarato il magistrato.
Il blocco della cooperazione giudiziaria da parte dell’Egitto rappresenta un nuovo capitolo di un caso che ha già visto numerosi ostacoli e tensioni tra i due Paesi. La vicenda Regeni continua ad alimentare dubbi e preoccupazioni sulla reale volontà dell’Egitto di collaborare con le autorità italiane per far luce sulla tragica morte del ricercatore.
Un nuovo capitolo di un caso complesso
Il rifiuto dell’Egitto di cooperare con l’Italia nel caso Regeni rappresenta un duro colpo per la ricerca della verità sulla morte del ricercatore italiano. Questo nuovo stop alimenta le già forti preoccupazioni sulla mancanza di trasparenza e di volontà da parte delle autorità egiziane di collaborare con la giustizia italiana. La vicenda si presenta come un caso complesso, segnato da un’intensa opacità e da un clima di sospetto che si protrae da anni.