La scoperta: un’analisi dei sedimenti marini rivela la vulnerabilità della piattaforma di ghiaccio
Un team internazionale di ricercatori, guidato dall’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isp-Cnr) di Bologna e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha ricostruito 40.000 anni di interazioni tra ghiaccio e oceano in Antartide. Attraverso l’analisi di sedimenti marini e microfossili, lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, ha rivelato che l’antica piattaforma di ghiaccio nel Mare di Ross, la più estesa del pianeta, è minacciata dal riscaldamento da ben 18.000 anni, a partire dalla fine dell’ultima era glaciale.
La ricerca ha coinvolto anche l’Istituto di Scienze Marine del Cnr, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e l’Università di Trieste, evidenziando la collaborazione multidisciplinare necessaria per affrontare le complesse sfide ambientali.
Il ruolo della Corrente Circumpolare Profonda
La principale causa di questa vulnerabilità è l’arrivo di acque più calde sotto la piattaforma di ghiaccio. Chiara Pambianco, dell’Università Ca’ Foscari e Isp-Cnr, coordinatrice della ricerca, spiega: “Questa è la prima evidenza diretta che la Corrente circumpolare profonda, una corrente marina più calda rispetto alle acque tipiche dell’Antartide, e quindi in grado di fondere il ghiaccio, è riuscita a risalire fino alla base dell’antica piattaforma di ghiaccio galleggiante nel Mare di Ross, contribuendo alla sua rottura all’inizio del riscaldamento post-glaciale”.
La Corrente Circumpolare Profonda (CDW) è una corrente oceanica che circonda l’Antartide, trasportando acque relativamente calde e salate. La sua risalita verso la piattaforma di ghiaccio del Mare di Ross è un fenomeno preoccupante, poiché può accelerare il processo di fusione del ghiaccio.
L’importanza della piattaforma di ghiaccio del Mare di Ross
La piattaforma di ghiaccio del Mare di Ross svolge un ruolo cruciale nella stabilità delle calotte antartiche. Essa funge da collegamento tra il ghiaccio marino e quello continentale, contribuendo a rallentare il flusso dei ghiacciai verso l’oceano. La sua estensione era significativamente maggiore in passato, come sottolinea Tommaso Tesi dell’Isp-Cnr, co-autore dello studio: “L’antica piattaforma era circa 1.000 chilometri più estesa di quello che appare oggi”.
La riduzione di questa piattaforma di ghiaccio potrebbe avere conseguenze significative sull’innalzamento del livello del mare, con impatti globali.
Implicazioni per il futuro e la modellizzazione climatica
Comprendere le dinamiche che hanno causato la riduzione della piattaforma di ghiaccio del Mare di Ross nel passato è fondamentale per prevedere il comportamento futuro dell’Antartide in risposta al riscaldamento globale. Pambianco e Tesi sottolineano che questa conoscenza è cruciale per valutare come potrebbe cambiare il livello del mare e per sviluppare modelli climatici più accurati.
Gli scienziati stanno lavorando per integrare questi risultati nei modelli climatici esistenti, al fine di migliorare le proiezioni future e fornire informazioni più precise ai responsabili politici e al pubblico.
Il ruolo dei microfossili e dei sedimenti marini
La ricostruzione delle condizioni ambientali passate è stata possibile grazie all’analisi dettagliata dei sedimenti marini e dei microfossili in essi contenuti. I microfossili, come i foraminiferi e i diatomee, sono organismi unicellulari che si conservano nei sedimenti e forniscono informazioni preziose sulla temperatura dell’acqua, la salinità e la presenza di ghiaccio. L’analisi isotopica dei sedimenti ha permesso di datare gli eventi e di ricostruire le variazioni climatiche nel corso del tempo.
Queste tecniche di analisi geochimica e micropaleontologica sono strumenti fondamentali per la ricerca paleoclimatica e permettono di ricostruire la storia del clima del nostro pianeta.
Riflessioni sulla vulnerabilità dell’Antartide
La scoperta che la piattaforma di ghiaccio del Mare di Ross è vulnerabile al riscaldamento da 18.000 anni solleva interrogativi sulla resilienza dell’Antartide ai cambiamenti climatici attuali. Sebbene il riscaldamento post-glaciale sia un fenomeno naturale, l’attuale aumento delle temperature globali, causato dalle attività umane, potrebbe accelerare il processo di fusione del ghiaccio e avere conseguenze ancora più gravi. È fondamentale continuare a monitorare l’Antartide e a sviluppare strategie per mitigare gli impatti del cambiamento climatico.
