Il racconto straziante dei superstiti
Secondo Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici senza frontiere presente a Roccella Ionica, dove sono sbarcati i sopravvissuti del naufragio, la scena era straziante. I superstiti, traumatizzati dal dolore, avrebbero raccontato di 66 persone disperse, tra cui almeno 26 bambini, alcuni di pochi mesi. Si presume che intere famiglie afghane abbiano perso la vita nella tragedia.Il barcone, partito dalla Turchia 8 giorni fa, avrebbe imbarcato acqua per 3 o 4 giorni prima del naufragio. I migranti viaggiavano senza salvagente e, secondo le testimonianze, alcune barche avrebbero ignorato le loro richieste di aiuto.
Un viaggio disperato senza salvagente
I sopravvissuti hanno riferito di un viaggio estenuante, durato 8 giorni dalla Turchia, con l’imbarcazione che ha iniziato ad imbarcare acqua già da 3 o 4 giorni. La mancanza di salvagente e l’indifferenza di alcune imbarcazioni di passaggio hanno aggravato la situazione, rendendo il viaggio ancora più pericoloso.La tragedia si aggiunge al lungo elenco di naufragi che hanno colpito il Mediterraneo negli ultimi anni, evidenziando la pericolosità delle rotte migratorie e la necessità di interventi urgenti per garantire la sicurezza dei migranti.
Un dramma che si ripete
Questa tragedia, come tante altre che hanno colpito il Mediterraneo negli ultimi anni, evidenzia la fragilità delle rotte migratorie e l’urgenza di politiche di accoglienza e di salvataggio in mare più efficaci. La mancanza di corridoi umanitari sicuri spinge le persone a intraprendere viaggi pericolosissimi, mettendo a rischio la propria vita. È necessario un impegno internazionale per garantire la sicurezza dei migranti e per contrastare il traffico di esseri umani, che si arricchisce sulla pelle di persone disperate.