Il video dello stupro riproiettato in aula
Nel processo a porte chiuse sulla presunta violenza sessuale di gruppo contestata a Ciro Grillo, figlio di Beppe, e a tre suoi amici genovesi, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta, è stato proiettato di nuovo in aula il video dello stupro che secondo l’accusa si sarebbe consumato nell’estate di 5 anni fa ai danni di una studentessa italo norvegese, nella villetta a schiera di Porto Cervo della famiglia Grillo.
Davanti ai giudici, al procuratore Gregorio Capasso e agli avvocati della difesa e di parte civile, sono stati riproposti tre spezzoni di video della durata complessiva di 28 secondi. Le immagini erano state girate dai quattro imputati con i loro telefonini e già visionate in aula nel gennaio scorso, quando era stata ascoltata in audizione protetta la presunta vittima, che si era però rifiutata di assistere alla proiezione.
La consulente di parte civile: la ragazza era passiva
Questa mattina la consulente di parte civile, la psichiatra Marina Loi, aveva esposto la sua relazione sulla base proprio della visione di quel video. Secondo la psichiatra, la ragazza, all’epoca dei fatti 19enne, durante il presunto stupro era “passiva”, non partecipe quindi del rapporto.
La difesa chiede di rivedere le immagini
La difesa aveva da subito fatto opposizione chiedendo e ottenendo di rivedere le immagini che gli imputati quella notte, tra il 16 e il 17 luglio 2019, avevano girato con il cellulare.
Considerazioni
La riproiezione del video dello stupro nel processo a Ciro Grillo e ai suoi amici solleva questioni delicate e complesse. Da un lato, la necessità di garantire il diritto alla difesa e la possibilità di esaminare le prove a disposizione, dall’altro, il rispetto della privacy e della dignità della presunta vittima. Il dibattito sul ruolo del video e sulla sua interpretazione si annuncia acceso, con la difesa che punta a dimostrare la volontarietà dell’atto, mentre la parte civile sostiene la passività della ragazza. La sentenza del processo dovrà fare i conti con la complessità di questo caso e con il delicato equilibrio tra i diritti in gioco.