Condanna per il geometra che ha prestato l’identità a Messina Denaro
Il gup di Palermo ha condannato a 14 anni di carcere Andrea Bonafede, il geometra di Campobello di Mazara, accusato di associazione mafiosa e concorso in falso. Bonafede è stato riconosciuto colpevole di aver prestato la propria identità a Matteo Messina Denaro, il capomafia latitante per oltre 30 anni, catturato lo scorso gennaio a Palermo. L’accusa era rappresentata dai pm Gianluca De Leo e Piero Padova.
La richiesta di condanna per la cugina di Bonafede
In un separato processo, la Procura ha chiesto la condanna a 15 anni di carcere per Laura Bonafede, cugina del geometra e amante storica di Messina Denaro. Laura Bonafede è accusata di aver aiutato il capomafia a nascondersi, fornendogli un alibi e offrendogli un rifugio sicuro.
Un altro tassello nella lotta contro la mafia
La condanna di Andrea Bonafede rappresenta un altro tassello importante nella lotta contro la mafia. Il processo, che ha visto la collaborazione di numerosi testimoni, ha permesso di ricostruire il ruolo fondamentale che Bonafede ha avuto nel permettere a Messina Denaro di sfuggire alla giustizia per così tanti anni. La richiesta di condanna per Laura Bonafede, se accolta, contribuirà a svelare ulteriormente le intricate dinamiche che hanno permesso a Messina Denaro di rimanere latitante per così lungo tempo.
Il ruolo del contesto sociale
La vicenda di Andrea Bonafede e Laura Bonafede mette in luce il ruolo del contesto sociale nella perpetrazione di reati di mafia. Il legame familiare e sentimentale, in questo caso, ha contribuito a creare un ambiente protettivo per il capomafia latitante. È fondamentale, quindi, lavorare per contrastare la cultura mafiosa, promuovendo la legalità e la giustizia sociale.