Un Festival ricco di novità, ma fedele alla tradizione
Il Festival Teatrale di Borgio Verezzi, giunto alla sua 58° edizione, si prepara ad accogliere il pubblico con un programma ricco di novità e di classici. Dopo 22 anni di direzione artistica di Stefano Delfino, il festival si affida a un nuovo direttore, l’attore Maximilian Nisi, che porta con sé un’impronta fresca e innovativa. Il cartellone di quest’anno, infatti, è caratterizzato da 11 prime nazionali su 13 titoli, a dimostrazione della volontà di Nisi di dare spazio alle nuove generazioni e alla drammaturgia contemporanea.
Nisi, però, non dimentica la tradizione. Il festival resta fedele alla sua vocazione di vetrina estiva per gli spettacoli che poi in autunno gireranno i teatri italiani. “Al centro del progetto ci sono le storie e gli interpreti”, afferma Nisi, “attori selezionati tra quelli che in questi anni hanno scelto un percorso di cura profonda e costante del lavoro teatrale. Cercherò di dare spazio alle nuove generazioni e soprattutto al valore del grande artigianato della scena, nella consapevolezza, spesso dimenticata, che lo spettacolo è un prodotto collettivo.”
Un viaggio tra classici e contemporanei
Il Festival di Borgio Verezzi offre un viaggio affascinante attraverso la storia del teatro. Tra i grandi classici in programma, spiccano “Moby Dick”, con Alessandro Preziosi nei panni di Achab, “Le relazioni pericolose”, con Viola Graziosi, Giorgio Lupano e Silvia Siravo, “Anfitrione” di Plauto, diretto e interpretato da Emilio Solfrizzi, “Otello” di Shakespeare con Giuseppe Cederna e “Sogno di una notte di mezza estate”, con adattamento e regia di Carlo Orlando e Eva Cambiale.
Ma il festival non si limita alla tradizione. La drammaturgia contemporanea ha un ruolo importante nel cartellone, con “L’Illusione Coniugale” di Eric Assous, diretta e interpretata da Stefano Artissunch. Tre spettacoli, inoltre, affrontano l’attualità più stringente, puntando i riflettori su aspetti inquietanti della nostra modernità: “Calcoli” di Gianni Clementi con Pietro Bontempo e Monica Rogledi, “Un amore di peso” di Marco Cavallaro con Stella Pecollo e “Video Club” di Sébastien Thiery con Gianluca Ramazzotti e Elena Arvigo.
La musica come filo conduttore
La prosa in musica è il filo conduttore che attraversa il festival, con due spettacoli dedicati a due grandi icone della musica italiana: “Avec le temps, Dalida”, rievocazione della figura di un’artista indimenticabile grazie alla voce di Maria Letizia Gorga, e “L’amore scoppiò dappertutto”, con Laura Marinoni dedicato a De Andrè.
Il festival si conclude con due appuntamenti nelle Grotte: “Una sottile pazzia”, da testi di Marcello Barlocco, e “Dreams”, ispirato a Lo cunto de li cunti di Basile. Un finale suggestivo che ci ricorda che il teatro è un’arte che si nutre di tradizione e innovazione, di storie e di emozioni.
Un’occasione per riflettere sul ruolo del teatro
Il Festival di Borgio Verezzi è un’occasione preziosa per riflettere sul ruolo del teatro nella società contemporanea. Il festival, infatti, non si limita a proporre spettacoli di qualità, ma diventa un luogo di incontro, di confronto e di dibattito. La scelta di dare spazio alle nuove generazioni e alla drammaturgia contemporanea è un segnale importante, che dimostra la volontà di guardare al futuro del teatro con ottimismo e fiducia.