Scontri a Buenos Aires: la polizia contro le proteste
La capitale argentina, Buenos Aires, è stata teatro di violenti scontri tra polizia e migliaia di manifestanti che si oppongono alle riforme proposte dal presidente Javier Milei. Le tensioni sono salite alle stelle durante la discussione del pacchetto di riforme al Senato, con le forze dell’ordine che hanno cercato di contenere la folla e far rispettare il nuovo protocollo antipicchetti.Le prime schermaglie sono avvenute nel primo pomeriggio, quando le colonne di manifestanti hanno cercato di raggiungere le strade adiacenti al Congresso, ignorando le barriere predisposte dalla polizia. La risposta delle forze dell’ordine è stata immediata e contundente: gas lacrimogeni, camion idranti e numerose cariche sono state utilizzate per disperdere la folla.
Molotov e pietre contro la polizia
Dalla piazza antistante il parlamento, i manifestanti hanno risposto con lanci di molotov e pietre, creando un clima di caos e violenza. Un’auto di un canale televisivo è stata data alle fiamme dai dimostranti, così come numerosi cassonetti utilizzati come barricate.La situazione è rimasta tesa per ore, con scontri sporadici che hanno continuato a verificarsi durante la giornata. Le immagini della violenza sono state trasmesse in diretta da diverse emittenti televisive, mostrando la gravità della situazione.
Il contesto politico argentino
Gli scontri di Buenos Aires sono l’ennesimo segnale della profonda divisione politica che attraversa l’Argentina. La presidenza di Javier Milei, noto per le sue posizioni controverse e la sua politica economica liberista, ha polarizzato l’opinione pubblica, alimentando la protesta e la violenza. La discussione sul pacchetto di riforme, che include misure controverse come la privatizzazione di imprese statali e la riduzione del ruolo dello Stato nell’economia, ha ulteriormente inasprito le tensioni.